In passato, quando le case discografiche facevano soldi vendendo dischi, la musica indipendente era relegata a “quart’ordine”: poco considerata sugli scaffali dei negozi di dischi, fruibile solo in vecchi scantinati poco e mal sonorizzati, frequentata quasi esclusivamente da ascoltatori eruditi o da invasati delle 7 note; un mondo di confine, che si faceva strada di tanto in tanto grazie alla temerarietà di qualche addetto ai lavori. Col tempo, i consumi musicali son variati, dischi se ne comprano sempre meno, le major aumentano i loro investimenti per lanciare prodotti commerciali a rischio flop al secondo tentativo, e si rinuncia spesso e volentieri a scommettere su nuove sonorità o progetti di nicchia sempre più limitati nelle loro possibilità e disponibilità. La crescita delle etichette alternative (più piccole, abituate a distribuzioni meno pachidermiche) ha mostrato un mondo sconosciuto a un pubblico più largo, più mobile e disposto all’innovazione.
Un’artista da sempre in bilico tra musica alternativa e comparsate pop è la toscana Nada, capace di attraversare la musica italiana con autorevolezza, domenica al Teatro della Concordia di Venaria con uno spettacolo celebrativo della Giornata della donna. Il Circolo dei Lettori invece per una sera (giovedì) si spoglia dell’allure di luogo di cultura alta per diventare vortice di vibrazioni elettroniche dove ospiti saranno Christian Fennesz, personaggio prestigioso della musica elettronica, il droneset di Miles Cooper Seaton della Akron Family e l’ipnotismo sonoro di Sabla (Gang of Ducks). I Diaframma, guidati da Roberto Fiumani (sabato al Magazzino sul Po di Torino), sono una delle band che hanno fatto la storia del rock italiano a inizio anni ‘80, a tal punto che Siberia (del 1984) è stato inserito – secondo Rolling Stone – tra i 100 dischi italiani più belli di tutti i tempi. I Fast Animals & Slow Kids (venerdì all’Hiroshima Mon Amour) invece rappresentano insieme a band come Lo Stato Sociale, Management del Dolore Post Operatorio o Ministri la nuova deriva del rock nostrano.
Infine non si potevano dimenticare i Blonde Redhead, band italo-giappo-canadese formatasi nella New York di Wharrol, Lou Reed e della Factory, che tornano (martedì 10 marzo) all’Hiroshima Mon Amour con un disco (Barragan, del 2014) pieno di suggestioni e novità sonore. Il resto della musica nel capoluogo piemontese ha il nome degli OVO, suoni potenti, rumorosi, ipnotici e non catalogabili all’interno di un solo genere musicale (giovedì alle Lavanderie Ramone); quello di Felpa, progetto solista di Daniele Carretti degli Offlaga Disco Pax (Magazzino sul Po); di Bocephus King venerdì al Folk Club, dei Marduk (black metal) al Café Liber e dei portoghesi Paus (insolita line up con due batteristi che suonano uno di fronte all’altro un unico strumento) sabato allo sPAZIO 211.
In provincia dopo alcune settimane ricche di suoni, ci si limita a segnalare il funk acustico dei bravissimi Med In Itali (giovedì al Syslak di Bra), le serate de La Tresca che porteranno a Isola Condorito, Centro Fondo e circolo Amenes gli imolesi Strippop (“Ricordano per certi versi i Radiohead di Ok Computer, the Notwist, qualcosa dei Blur, una punta di Deus…”) e gli Space Paranoids venerdì al Mezcal di Savigliano con Electric Waves e Anedonia.
Quando “l’alternativo” è sinonimo di scarso interesse
Fast Animals & Slow Kids, Nada, Diaframma o Blonde Redhead, nomi sconosciuti ai più. Per la Tresca pronti gli imolesi Strippop. Med In Itali, funk acustico a Bra