L’appuntamento mensile al tavolo della Cena Polemica ci trova impegnati a esaminare un lavoro ignorato dai più che vede un Guè Pequeno 22enne prodotto da Deleterio (beat-maker feticcio di Marracash). Il disco esce nel 2002 con 6 brani; collaborazioni (non eccezionali) di Marracash, Vincenzo da Via Anfossi e Jake La Furia, meglio i brani solisti di Guè (includiamoci anche il featuring con Royal Mehdi). Qui Pequeno è puro intelletto, puro lirismo. Consapevolezza fuori dal comune per un ventiduenne. Si impone tra i migliori da subito, senza fatica. Andando sui testi, nel primo (Piombo a Tempo) ascoltiamo: «1: è una mentalità rivoluzione dai neuroni non sto fermo ad aspettare una fatalità / 2: contro la brutalità piovono manganelli fanno buchi come nel Pirelli, questa è iper-realtà / 3: è una calamità hip hop e inimicizie pubbliche macchiano di rosso le tonache, teorie platoniche / ricerco il bene in strade torbide / crew massoniche di gente che riempie le cronache». Il nostro non risparmia su termini elaborati, citazioni dotte e concetti difficili. La sua scrittura impone un lavoro di ricerca a chi voglia veramente capirla: occorre studiare i testi, con lentezza, soppesando ogni parte del periodo. La parola scritta ha un proprio peso e in questo Ep la densità dei testi è disarmante: «Galileo moderno, premedito le traiettorie/ le ruote sono azionate da teste vuote / la tele, le tope, le banconote: i fottuti totem / le facce note si sistemano i colletti / ladri e assassini, notizie solo in trafiletti / la crew sta sotto effetti / i fogli sotto i materassi / gli etti sotto ai letti / sempre attive le sinapsi / G. Pequeno disegno immagini vivide / interferire, finire in tragedia come Euripide / brindo con le Baccanti a fare strofe siete in tanti / ma solo le mie 16 hanno una M davanti». Si noti l’uso iconico e imperativo del verbo “interferire”, lasciato isolato nel testo. C’è un forte richiamo alla produzione dei Club Dogo dell’epoca, iconoclasta e anarchica. I testi dei primi 2000 sono il tentativo di distruggere il sistema dall’interno descrivendolo nel dettaglio, con occhio impietoso (come dire: “la realtà fa talmente schifo che non riesco a distogliervi lo sguardo”). Il secondo dei pezzi da passare al microscopio è Trafficanti di Sogni: troviamo una delle migliori strofe di Guè di sempre, dal gusto esotico, spiritual-giapponese: «Guè e Royal Mehdi / salotti di pensatori / arabi e cinesi / narghilè accesi / radici colte su monti scoscesi / fumiamo, muoviamo oggetti con la telecinesi / e va ben oltre i 5 sensi / discorsi infiniti in interi giorni di silenzi / telepati quindi levati e stà attento a ciò che pensi / inquietudini pesano come incudini sui plessi / mi trovi nei pressi / studio i movimenti dei pianeti / le loro posizioni, distanze e proporzioni / conto i rapporti numerici con le dita / il loro risultato crea una musica inaudita / la vita celeste non esiste / felicità terrena, chiedo: dov’è? / risposte: scuotono le teste / forse è dentro, interiore, non è qui: è ora / e vogliono narcotizzarmi e farmi le interiora». “Non è qui: è ora” ha la potenza di un insegnamento zen; Amore/Odio, bellissimo, è uno dei pochi pezzi d’amore di Guè Pequeno. L’EP è un concentrato di concetti, denso e pesante come mercurio; rabbioso, sveglio e autentico come un 22enne. Perla. Voto: 8,5
I molteplici volti del Gué
la cena polemica #3