Testa di lupo mozzata e appesa a Ormea: le indagini

La testa mozzata di un giovane lupo, appesa a un chiodo piantato sulla carta dei sentieri di Ormea. Un macabro “messaggio” affisso alla bacheca dell’ex Comunità montana. 

La testa mozzata di un giovane lupo, appesa a un chiodo piantato sulla carta dei sentieri di Ormea. Un macabro “messaggio” affisso alla bacheca informativa dell’ex Comunità montana Alta Val Tanaro di Nasagò, frazione di Ormea, lungo la SS 28. Un atto shockante, su cui adesso sta indagando la Procura di Cuneo: per capire chi è stato a uccidere l’animale e le ragioni che hanno portato a compiere il gesto assurdo. I sospetti: bracconaggio, forse un vero agguato. Le indagini sono in corso e si serviranno anche di analisi scientifici sulla base del DNA.

È domenica mattina 26 luglio, quando la testa dell’animale viene rinvenuta: sul luogo arrivano, avvertiti da alcuni passanti, la Polizia locale e il Corpo forestale che recuperano i resti, avviano le indagini e segnalano all’autorità giudiziaria. «Immagini che non solo fanno rabbrividire – fa sapere il commissario straordinario del Parco del Marguareis, Armando Erbì – ma che rappresentano la crudeltà peggiore, gratuita, usata nei confronti degli animali che, non importa se prede o predatori, per propria natura non possono difendersi. Appendere il capo mozzato di un lupo alla bacheca della sentieristica che accoglie turisti e visitatori nel centro dell’Alta Valle Tanaro mi riporta alla mente ben altri scenari, che non voglio neppure citare».

Ma perché compiere un gesto del genere? Un atto che viene per lo più interpretato come “intimidatorio”, una provocazione, conseguenza della difficile convivenza con i lupi e gli altri animali selvatici soprattutto per chi lavora in montagna oppure conseguenza della possibile annessione di parte del territorio di Ormea al progetto di accorpamento dei Parchi del Marguareis e Alpi Marittime al vaglio della Regione. Le indagini sono in corso. Il lupo è stato ucciso con un colpo da arma da fuoco che pare preciso, all’occhio sinistro. Saranno eseguiti gli esami balistici e la testa sarà inviata all’Università di Torino per l’autopsia. Tra le ipotesi degli inquirenti ci sarebbe quindi quella del bracconaggio mirato: non si esclude neppure che chi ha ucciso l’animale lo abbia attirato con un qualche tipo di esca. Il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Giulia Colangeli. «Le indagini sono già in corso – ci spiegano il comandante provinciale della Forestale Paolo Salsotto e il commissario capo Stefano Gerbaudo – per individuare il responsabile, o i responsabili, del gesto. Ricorreremo alle analisi sul DNA: grazie al progetto Wolfalps, molti animali sono “mappati”, e quindi è possibile individuare a che branco apparteneva il lupo e in che zona è stato ucciso. Da qui potremo avere qualche indizio in più su chi è stato».

Quello dell’ingresso di Ormea nel nuovo Parco naturale è tema dibattuto da mesi. A marzo la Giunta comunale adottò una delibera proponendo una delimitazione territoriale che sollevò la contrarietà del mondo venatorio. Seguirono alcuni incontri fra il Comparto alpino Cn7 e il Comune e il 26 marzo, a Garessio, si rese pubblico l’accordo raggiunto: nuova delimitazione, con dentro Vene del Tanaro, Mongioie e Pizzo d’Ormea, a 2.200 mt per un’estensione di circa 600 ettari, 500 in meno rispetto alla precedente proposta. «Una porzione troppo risicata» per l’Associazione “Turismo nelle Alpi liguri” che organizzò due incontri pubblici, tra fine aprile e inizio maggio, proponendo un ampliamento sostenuto dalla Scuola forestale, dal Cai e dall’Associazione “Funny Alpine sport”, con il parere favorevole del Parco del Marguareis. La scorsa settimana l’opposizione ha chiesto chiarimenti al sindaco che, in merito a quanto accaduto a Nasagò, dice: «Un atto incivile, che non ha giustificazioni e che, se effettivamente collegato alla contrarietà all’area Parco, non avrà alcuna influenza sulle nostre decisioni. Mi dispiace che fatti del genere accadano a Ormea, un danno per la comunità». Condanna anche dal Consiglio di amministrazione del Comparto alpino Cn7 Alta val Tanaro: «Un grave atto intimidatorio – dice il presidente Guido Peirano – di assoluta inciviltà, contro la legge, perseguibile qualora si riuscisse a individuare il colpevole. Qualora ergessero responsabilità in capo a cacciatori, questi verrebbero radiati dal Comparto che si riserverebbe, inoltre, azioni legali per danno di immagine. L’azione del Comparto non può essere, come si vorrebbe, di indagine attiva in quanto attualmente non si ha a disposizione il personale di controllo. Il posto di guardia è infatti vacante e sta per essere indetto il concorso per ricoprire l’incarico». «Prendiamo atto dell’accaduto – fa sapere il consigliere di opposizione Paolo Gai – e riteniamo che l’Amministrazione comunale sia stata incapace di gestire un argomento così delicato, che dà vita ad accese discussioni su cultura, burocrazia, vincoli e tradizioni della Val Tanaro».

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