Montone sbranato dai lupi a Saliceto

Il località Paciacchi, il recinto non è bastato a salvare l’animale. Episodio che dimostra la presenza dei predatori in valle

Se, a fronte dei tanti avvistamenti di lupi in alta Langa ed in Valle Bormida, esistevano ancora dubbi sulla presenza dei feroci predatori nelle nostre lande, l’episodio accaduto il giorno di ferragosto in località Paciacchi di Saliceto ha provveduto a spazzarli via. I lupi ci sono, eccome, nei nostri boschi e, purtroppo, anche vicino alle zone abitate. A fare le spese degli insani appetiti dei lupi “langaroli” è stato un bel esemplare di montone, “Zeus” che, nonostante la sua stazza, ben 70 chili, è stato assalito e sbranato da un branco di lupi, forse 3 o 4 animali. Il bell’esemplare di montone apparteneva all’azienda agricola di Cristina Odella ed era rinchiuso in un recinto nei pressi di alcune case di località Paciacchi. Il recinto non è bastato a proteggere l’animale dalla furia predatoria dei lupi che lo hanno ridotto nelle condizioni documentate dalla foto a margine. A fare la scoperta del triste evento sono stati la signora Odella, con il marito Gianni Brovida ed il figlio Jacopo, molto affezionato all’animale e decisamente provato dalla sua morte. Racconta Gianni Brovida: «Dopo avere fatto la scoperta, abbiamo interessato del problema l’Asl e la Forestale di Alba, oltre ai Carabinieri della locale stazione che hanno provveduto ai rilievi del caso. I sanitari dell’Asl e gli esperti della Forestale non hanno avuto il minimo dubbio sulle cause della morte dell’animale: sono stati i lupi. Evidenti erano sul terreno le impronte del branco ed evidenti erano i segni dei morsi lasciati sul povero Zeus». Brovida aveva già avuto modo di rilevare la presenza di lupi in prossimità delle case dei Paciacchi ed aveva già scoperto alcuni gatti sbranati. Anche dei piccoli di capriolo erano stati oggetto delle attenzioni fameliche dei lupi. Ancora Gianni Brovida, autore assieme a Leo Cavazzi dell’impresa di raggiungere in trattore Capo Nord a scopo benefico: «A parte il dispiacere per l’uccisione di Zeus, a parte il suo valore economico: l’avevamo acquistato per 900 euro; la mia preoccupazione, che condivido ormai con tanti valligiani, è per i pericoli che, ormai è evidente, corrono anche le persone che frequentano a vario titolo i nostri boschi, ma anche le zone collinari coltivate ed abitate. Questo genere di lupo conosce l’uomo e non ne è per nulla intimidito. A dimostrazione di quanto affermo racconto quanto è successo durante le indagini per determinare la causa della morte del montone. Dopo aver portato via la carcassa dell’animale, le interiora dello stesso sono rimaste sul posto. Un po’ di tempo dopo le stesse interiora erano neanche troppo misteriosamente scomparse, con ogni probabilità “asportate” dai lupi che, nonostante la presenza di uomini e mezzi sul posto, evidentemente non si erano allontanati». Che il problema della presenza del lupo in Valbormida stia cominciando ad ingenerare paura e senso d’insicurezza è ormai lampante. A quando gli interventi risolutivi?. Ferma restando anche la ricerca di una soluzione per cinghiali e caprioli.

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