«Ho sentito le sirene, dalla finestra visto i furgoni della CRS sfrecciare in strada. Oggi Parigi è una città fantasma». L’avvocato monregalese Giorgio Giaccardi si trovava nella capitale nel giorno del terrificante attentato che ha colpito la Francia. Ci parla al telefono dalla sua casa, 19° arrondissement, nel nord est della città.
«Ieri sera ero in casa mia – racconta –. Ho iniziato a sentire le sirene in strada. Vivo in una casa che si affaccia su una strada di grande passaggio: ho visto sfrecciare le auto della polizia, i vigili del fuoco, i furgoni dei CRS, ovvero i corpi speciali di intervento. In quel momento ho capito che stava succedendo qualcosa».
Il clima, il giorno dopo, è surreale: «Oggi Parigi sembra una città fantasma- racconta Giaccardi –, deserta. La gente è chiusa in casa. Siamo stati colpiti per la seconda volta e la sensazione di tutti, qua, è che non sarà l’ultima.Ci aspettiamo un nuovo attentato, a questo punto è chiaro che non è finita qua. Non può finire. La sensazione è che le banlieue stiano ribollendo… e che forse, in quelle strade, c’è chi sia ben felice che questi attentati siano avvenuti. Dopo le grandi città toccherà ai centri minori: ormai credo sia inevitabile». E le contromisure? «È impossibile difendersi da gesti come questi: come si fa a presidiare ogni sala concerto, ogni teatro, ogni luogo di incontro? Oggi Parigi è una città presidiata e controllata, e ieri sera c’era un dispiegamento di forze per la partita della nazionale. Ma è impossibile controllare ogni strada, ogni teatro. Ecco perché ci aspettiamo il prossimo attentato».