La notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno nel week-end ha dell’incredibile e potrebbe avere conseguenze particolarmente gravi per gli equilibri di tutto il Cuneese. Da aprile 2016 la consegna della posta a giorni alterni interesserà gran parte della nostra provincia, ben 203 Comuni sui 250 totali, compresi centri particolarmente importanti come Mondovì, Fossano, Ceva, Carrù, Dogliani, Trinità, Cherasco, Barge e molti altri. «La situazione è molto grave – commenta Stefano Dho, sindacalista peveragnese di Uil Poste –. Giovedì ho ricevuto da Roma l’elenco dei Comuni che saranno interessati dalla “fase 2” del sistema di consegna della posta a giorni alterni e il prospetto fornito dall’agenzia mi ha lasciato di stucco. Per redigere il documento provvisorio è stato infatti adottato un criterio che inserisce nel “Piano”, tra gli altri, anche Mondovì e Fossano, peraltro le uniche delle “sette sorelle” coinvolte nel procedimento. Credo e spero ci sia stato un errore nella compilazione dell’elenco, ma è necessario fare chiarezza al più presto e muoversi con tempestività su più tavoli. Il prossimo step del “Piano Poste” interesserà in prima persona il 25% della popolazione italiana, ma nel caso della Provincia di Cuneo, visto che il territorio è disseminato di piccoli centri, si tratta di circa l’80% degli abitanti».
Attualmente la consegna a giorni alterni è già attiva in alcune zone del Cuneese come Chiusa Pesio, Limone, la valle Stura, la valle Grana e una parte della Langa, anche se per ora non riguarda i giornali, che invece continueranno ad essere consegnati quotidianamente, almeno fino a fine anno. A questo punto un “allargamento” del provvedimento anche ai centri di grosse dimensioni è assolutamente da scongiurare, sia per il grave disservizio che si creerebbe, sia per il forte rischio di un’ulteriore riduzione dei posti di lavoro: «Nel Cuneese ci sono circa 1.400 dipendenti Poste – ha concluso Stefano Dho –. Se questo provvedimento non verrà rivisto e corretto, si rischia di perdere almeno 150 posti di lavoro, soprattutto tra i postini, che verrebbero ridotti drasticamente. L’elenco non è definitivo, ma potrebbe anche diventarlo; istituzioni, parlamentari e sindacati devono mobilitarsi al più presto, anche in sede di Governo».