«Così ricordo Ceva, nei giorni dell’alluvione»

Fu sindaco nel 1994, anno in cui avvenne la drammatica alluvione di Ceva. E a lui fu demandato il problema dell’emergenza della città.

Gianni Taramasso, è una tra le persone più note e conosciute a Ceva. 64 anni, medico di base e stimato professionista, nel 1994, anno in cui avvenne la drammatica alluvione di Ceva, era sindaco. E a lui fu demandato il problema dell’emergenza della città che era in ginocchio. E fu anche grazie al suo determinante contributo e intervento che Ceva riuscì a risollevarsi da quella che è stata una delle sue più gravi batoste recenti.

Dottor Taramasso, cosa ricorda di quei tragici giorni?

Quello che mi ha colpito di più durante quei tragici eventi è stato vedere come Ceva e i suoi abitanti erano uniti. Cose che raramente si vedono in un paese. Tutti si davano da fare, portando un aiuto reciproco. Una fratellanza e una coesione, difficili da trovare in altri momenti.

A distanza di anni, come giudica gli interventi di quel tempo?
Innanzitutto, vorrei precisare che il merito della ricostruzione di Ceva non è mio, ma delle Amministrazioni che sono venute dopo di me. Il sindaco Alfredo Vizio e Memi Bezzone, assessore ai Lavori pubblici, ed Elio Germone, che vorrei ricordare per il grande impegno e operosità profusi nel portare avanti grandi e indispensabili lavori a sostegno della popolazione e del territorio.

Con l’esperienza da lei acquisita come sindaco, come vede attualmente Ceva?
Nei giorni scorsi, facevo alcune considerazioni: esiste una profonda crisi politica, che non riguarda solo Ceva ma tutt’Italia. Qui è però particolarmente sentita. Ricordo che prima che fossi sindaco di Ceva, c’era la Dc con un suo proprio settimanale “Alta Val Tanaro”, i socialdemocratici con un altro giornale quindicinale, l’ “Eco delle Valli” e di seguito noi, repubblicani, con il mensile “Polis”. Praticamente tutto l’anno c’era la possibilità di dibattere i problemi di Ceva. Ora, all’ultimo minuto, si cerca di inserire dei candidati alla rinfusa per completare una lista. Non esiste più la passione politica. Probabilmente, questo è dovuto al cambiamento dei tempi, ma anche nell’intera Italia dove i vari partiti non hanno figure carismatiche e di riferimento.

INTERVISTA COMPLETA su L'Unione Monregalese del 16 dicembre 2015

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