Con Sangue, l’horror-core arriva in Italia

    La Cena Polemica #8 Truceboys

    Il primo lavoro dei Truceboys, datato 2003, rappresenta il primo incontro tra la crew romana al tempo potentemente underground e l’allora emergente Noyz Narcos, riuniti in un solo disco composto da 10 pezzi “nessuno dei quali skippabile” (secondo lo stesso Noyz). Il lavoro si distingue per l’identità del suono, molto marcata: beat asciutti e regolari, come si usava al tempo sopratutto in territorio romano, impreziositi da idee interessanti dal punto di vista melodico. Come chi ascolta il TruceKlan sa, l’immaginario dei contenuti affonda le radici nell’estetica horror dei film di “registi [come] Fulci, Mario Bava e Umberto Lenzi” (citazione). Ascoltando i testi si ha l’affaccio su un mondo fatto di turbe psichiche, morbosità, abbandoni (“mi hai abbandonato mentre morivo”), genitori che inseguono i figli per ucciderli (vedi “Inferno Minorile”, il cui testo rimanda a un caso reale o immaginato di cronaca nera), ambienti ospedalieri (“patologia nel mio reparto / sorriso macabro segna la faccia al medico mentre mi dà il referto”), e tutti gli altri luoghi comuni dei film horror, usati però come metafore di panorami interiori e per esprimere un disagio tutto personale (per questo si dice che l’horror-core si avvicini per contenuti al conscious rap). Dobbiamo riconoscere che questo disco, insieme a pochi altri lavori successivi di alcuni esponenti del TruceKlan (per es. “Non Dormire” di Noyz Narcos), rappresenti il “manifesto di intenti” della crew romana che si stava affermando al tempo sul panorama nazionale: una sorta di imprinting musicale che avrebbe da lì in avanti condizionato i successivi lavori dei suoi membri. La citazione cinematografica è frequente: sono presenti sia estratti audio da pellicole (“Il Giardino degli Dei”), sia rimandi fatti dai rapper a titoli di film cult (“Il pasto nudo”, “Non si sevizia un paperino”, “L’Impero dei sensi”). Ciò che distingue Sangue è proprio la potenza delle immagini usate degli artisti: un album da “vedere” oltre che da ascoltare. Un “tunnel degli orrori”, “amore estremo e ultraviolenza” raccontato dai giovanissimi Cole, TruceGel, Metal Carter e Noyz, per un capolavoro del rap old-school tra i più visionari mai usciti in Italia. Consigliatissima la visione del video Malasorte, reperibile su youtube: un reperto di altissimo valore storico.

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