Novanta euro di “telefonate abusive”: questa l’accusa per A.R., una donna di Briaglia finita a processo perché si sarebbe collegata alla linea telefonica del vicino di casa. È stata prosciolta per tenuità del fatto (aveva già risarcito il vicino), il giudice ha disposto il non luogo a procedere dopo la richiesta dell’avvocato difensore (il pm non si è opposto).
Una curiosità: il caso si “incrocia” con un altro processo, in cui la donna è parte lesa dopo aver denunciato un taxista che le avrebbe chiesto 30 mila euro per una serie di viaggi effettuati nel corso degli anni. Il vicino di casa ha infatti affermato di aver udito sulla propria linea telefonica, quando alzava la cornetta, le telefonate fra la donna e il taxista.