Le riprese a Saliceto
Cantava tanti anni fa Adriano Celentano: «Si spengono le luci, tacciono le voci e nel buio…». Un velo di malinconia a fare da compagno alla canzone del ragazzo della via Gluck è sceso anche su Saliceto, alla conclusione della bella avventura costituita dalla preparazione del film “The Broken Key” del regista Louis Nero. Questo velo di malinconia prende particolarmente Marina Zia, la salicetese che più di ogni altro, oserei dire anche a dispetto di tanti, si è impegnata per la conclusione positiva del progetto. Le ho chiesto, all’indomani della partenza di tutta la troupe per Torino a girare le scene conclusive, come si sentisse. «A parte che sono ancora frastornata per la
nottata trascorsa a festeggiare la conclusione di un sogno, sono un poco triste nel pensare che la favolosa unione di intenti e quindi di spiriti sia finita.
Con tutti quanti i componenti la troupe, a partire dal regista, dallo sceneggiatore, dal costumista a tutti i tecnici si era creata una bellissima “convivenza”, soprattutto a Saliceto. Ne rimane poi un po’ di tristezza nel pensare ai tanti bellissimi incontri che ho fatto in questo periodo con attori e personaggi da cui ho ricavato tanta energia positiva per non mollare nei momenti di difficoltà che, soprattutto all’inizio, ho trovato sul cammino». Una Marina Zia malinconica, a quanto pare, ma che non si lascia troppo prendere
da questo suo stato momentaneo, già tutta impegnata in qualche nuova avventura. Per spiegare un po’ più a fondo l’essenza e la valenza di “The Broken Key” penso che valgono le parole pronunciate dal regista Louis Nero nel corso della conferenza stampa di presentazione di Kabir Bedi: «Il film, al di là della trama e della storia che vuole raccontare, vuole essere un invito alla introspezione. Come diceva Socrate invitando a “conoscere se stessi…”, il percorso che farà nel film il protagonista (Andrea Coco n.d.r.), supportato dai tanti attori famosi, servirà proprio ad una attenta analisi introspettiva di se stesso, per arrivare a quella conoscenza che permette di cambiare le cose. Quindi, oltre che thriller e fantasy, il film vuole essere anche un invito alla riflessione, unica fonte di conoscenza».
Saliceto, dopo aver conosciuto la fama indotta dalla presenza di tanti personaggi per il film, ritorna alla vita quotidiana, nella consapevolezza di possedere delle potenzialità in campo artistico e storico, quindi anche turistico, che se ben utilizzate porteranno frutti nel prossimo futuro.
Le riprese a Bossea
Il set, i preparativi, i riflettori del grande schermo accesi sulle nostre Grotte. Tutto ha contribuito a rendere le giornate di giovedì e venerdì «un’esperienza da ricordare». Gli staff delle Grotte di Bossea e del Caudano sono concordi. La carovana del cinema è arrivata giovedì mattina a Frabosa Sottana, accolta dal vice sindaco Jacopo Denina e dal presidente della Pro Loco e gestore Paolo Voarino. Obiettivo: girare delle scene all’interno delle Grotte del Caudano, scelte dopo un sopralluogo avvenuto in estate. «Sono arrivati giovedì verso le 11 – spiega Voarino –, erano previste le riprese con Kabir Bedi e Andrea Cocco, ma a causa dei ritardi del giorno precedente (hanno finito di girare alle 4,30 del mattino) hanno preferito realizzare le riprese solo con Cocco, un ragazzo simpatico e alla buona che in Grotta si è fatto prendere la mano dai selfie. Kabir Bedi e la moglie sono comunque passati per una visita e un saluto». Il set in Grotta ha messo in luce tutta la grandiosità del lavoro che sta dietro a una scena: «Un lavoro enorme – continua Voarino – con una ventina di persone impegnate, tra tecnici, truccatori, elettricisti, scenografi. In tutto avranno girato dieci minuti al massimo di “buono” per il film, ma hanno lavorato dalle 11 del mattino a mezzanotte passata. Io e il mio collega Jhon Catalano siamo rimasti fino alla fine delle riprese, hanno allestito sei set lungo tutto il percorso della Grotta». Venerdì, stessa scena, ma a Frabosa Soprana, dove protagoniste sono state le Grotte di Bossea. Il regista Louis Nero, la troupe, Kabir Bedi e la moglie sono stati accolti dall’intero staff della Grotta, in un clima di attesa e curiosità. Tiziana, Claudio, Patrizia, Sarah: in tutti l’attore ha lasciato un ricordo eccezionale. «L’attore, che ha fatto sognare un’intera generazione interpretando il ruolo di Sandokan – spiegano –, si è dimostrato una persona estremamente gentile, semplice, disponibile, alla portata di tutti. Speriamo che il fascino anche un po’ misterioso della Grotta lo abbia emozionato. Sicuramente l’immagine bellissima della cascata, unita a quella stupenda della sala del tempio che salendo ha più volte rapito il suo sguardo gli ritorneranno in mente». Proprio in prossimità della cascata, Kabir Bedi ha girato una scena del film, che lo ha impegnato fino a tarda sera insieme ad una nutrita troupe. Poi un saluto, un sorriso per tutti e via di corsa in compagnia della bellissima moglie.