Le indagini sono durate quasi un anno, impegnando uomini e mezzi della Questura di Cuneo, che a Mondovì hanno portato a termine e l’operazione anti- prostituzione “Mamma mia”, colpendo - per l’ennesima volta - ben due punti di incontro gestiti da cinesi, con prostitute cinesi.
A conclusione delle indagini sono stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, a Milano, dove li hanno raggiunti gli uomini della Polizia di Stato - coordinata dal sostituto commissario Alberto Sette della prima sezione criminalità organizzata e straniera della Questura di Cuneo - un italiano S.D.V., di 65 anni, con precedenti per reati contro il patrimonio, che si preoccupava della logistica, e due donne cinesi, J.H. di 36 anni e W.Y. di 53 anni, entrambe incensurate, che gestivano le ragazze, prostituendosi a loro volta. Lui (denunciato per induzione e favoreggiamento della prostituzione) è stato portato in carcere e le due donne (accusate di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione) mandate agli arresti domiciliari.
Contemporaneamente sono stati posti i sigilli su due abitazioni appartenenti a monregalesi, (non raggiunti da alcun provvedimento) site in via Bona e via Rinchiuso, a Mondovì, dove si svolgevano gli incontri. Tutto era gestito da Milano. S.D.V. pubblicava su riviste specializzate e siti internet particolari, il numero di cellulare da chiamare (a Milano) e da qui le richieste venivano smistate a Mondovì, dove operavano le “ragazze”.
Le prestazioni si aggiravano da 50 agli 80 euro e avrebbero fruttato in tutto oltre cinquemila euro al mese.
Particolare emerso durante l’operazione: la sorella di una delle arrestate è sotto processo, accusata degli stessi reati per aver gestito un altro centro di incontri dello stesso tipo, sempre a Mondovì, con prostitute cinesi.
FOTO: SIMONE GIRAUDI (TargatoCN)