Incapaci di assumersi responsabilità, di fronte ad un’emergenza che gronda umanità provata e sofferente. E’ l’esplicito rilievo che Papa Francesco non ha lesinato ai Governi europei, alle prese con un accordo anche un po’ sconcertante con la Turchia per la gestione delle decine di migliaia di profughi dai penosi teatri di guerra in Medioriente ed in Siria in particolare. Il segretario di Stato vaticano, card. Parolin, immediatamente aveva già usato un aggettivo emblematico: “umiliante”! Specialmente per i rifugiati trattati con una sorta di arbitrarietà che lascia di stucco. E poi, da parte degli operatori umanitari e delle organizzazioni non governative, sul previsto rimpatrio dei migranti dalla Grecia alla Turchia, cioè in direzione opposta, c’è la totale e pesante bocciatura. C’è chi usa espressioni che impressionano come quella che fa riferimento a “deportazioni di massa”. E si invoca il diritto internazionale che sarebbe bypassato, proprio a riguardo dei “migranti irregolari” da riportare in terra turca, considerata non il massimo delle garanzie umanitarie e delle tutele per i profughi stessi. Al Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) questa intesa appare “un chiaro mercanteggiamento che si è concluso sulla pelle e sulla testa delle vittime che scappano dai conflitti, non risolvendo ma solo spostando la crisi europea dei profughi”. Insomma uno scadimento anche etico od antropologico. “Assistiamo attoniti ad un vero e proprio attacco alla dignità della vita umana – commenta in una nota p. Camillo Ripamonti, del Centro Astalli – aggravato da uno spreco sproporzionato di risorse economiche che potrebbero essere destinate alla creazione di canali umanitari sicuri per chi fugge dalla guerra, ad un’accoglienza programmata e progettuale che impegni tutti gli Stati dell’Unione europea”. C’è qualcosa di fondamentale che si sta sgretolando, nella vecchia Europa che vede risorgere muri, recinti, fili spinati, respingimenti… e se ne lascia condizionare. Non riuscendo ad inventare risposte adeguate e dignitose, cedendo “al ribasso” come ha dichiarato la presidente della Camera, Laura Boldrini. I compromessi ci possono stare mediando con pazienza, ma non devono scendere troppo in giù, fino a compromettere la nostra stessa credibilità.
La paura ci fa andare indietro
Incapaci di assumersi responsabilità, di fronte ad un’emergenza che gronda umanità provata e sofferente.