Da lunedì è l’uomo alla guida della più grande “cassa” della provincia di Cuneo. Giandomenico Genta ha appena assunto la presidenza della Fondazione CRC, dopo una votazione che lo ha visto vincere per un solo voto. «Certo, la soddisfazione c’è – dice, senza nascondere il tono sollevato –. Una grande soddisfazione. Ma anche una grande responsabilità». Commercialista di Cuneo, 59 anni e consigliere uscente dalla Fondazione CRT (ha rassegnato le dimissioni pochi giorni prima della candidatura ed elezione a Cuneo), Genta ha vinto una contesa che ha tenuto l’intera Granda con le antenne puntate per settimane, se non per mesi. Aggiunge subito: «Questo è l’esito di un grandissimo lavoro, non mio ma di tutto il territorio».
Voti a parte, il Monregalese l’ha sostenuta a viso aperto. Almeno da un punto di vista istituzionale: si sono schierati a suo favore il sindaco di Mondovì e altri dieci Comuni…
«Sì, il sostegno dell’area monregalese è stato indiscutibile, il territorio mi ha appoggiato e di questo sono molto felice. Come del resto mi ha appoggiato anche il territorio albese, con l’eccezione però della città di Alba…».
Il consiglio di indirizzo si è spaccato a metà sulla votazione per il presidente. Nessuno ha mai detto che sarebbe stata una votazione facile: ma ora come si governa?
«La mia dichiarazione ufficiale di inizio mandato è stata: non ci sono né vinti né vincitori. Si è insediato un nuovo CdA che porterà avanti la Fondazione in un lavoro che guarda al territorio. A tutto il territorio. E ritengo che la votazione unanime sull’elezione del CdA sia un fortissimo segnale di condivisione».
Il suo predecessore Ezio Falco ha ribadito più volte che “la CRC non è un bancomat da cui prelevare”: concorda?
«Un’affermazione che mi trova pienamente d’accordo».
Però è un dato di fatto che per i Comuni è comunque una fonte a cui attingere risorse preziose. Quale strada devono seguire?
«La strada della condivisione. Saranno premiati i progetti di territorio, basati sulle sinergie tra realtà diverse, cofinanziati e condivisi».