«Potrei candidarmi a sindaco. Non ce la farò mai? Me ne frego». Sergio Bruno non è nuovo alle uscite provocatorie, ma questa è grossa. Alle elezioni comunali di Mondovì manca più di un anno, e lui già “scende in campo”. Lo fa con dichiarazioni nette, il giorno dopo la morte di Marco Pannella: il leader del Partito Radicale, movimento da cui Bruno (oggi pittore e artista a tutto tondo) proviene fin dagli anni '70 – LEGGI IL COMMENTO.
Bruno, ma sta dicendo sul serio? veramente vuole candidarsi sindaco?
«Per ora, sì».
Non è un po’ troppo presto per annunciare la candidatura?
«Ridiamoci su. Se non ce la farò mai, me ne frego. Se fra sei mesi lo scenario sarà cambiato, a mia volta potrei cambiare idea e fare un passo indietro».
Lei ha già avuto un passato da amministratore…
«Sì, è vero, sono stato assessore. La città oggi attraversa un momento di grande debolezza. Non è più tempo di incatenarmi alla Torre del Belvedere, come feci all’epoca, ma ho ancora voglia di dire la mia. E siccome non intendo tornare a vivere negli Stati Uniti, questo è il momento in cui posso dedicarmi alla mia città. Anche dalle fila dell'opposizione: ma con fare propositivo».
Correrà col simbolo del Partito Radicale?
«Mi piacerebbe, perché escludo che ci sia una qualsiasi lista civica che mi voglia al proprio interno. E io non avrei intenzione di candidarmi con liste di destra o di sinistra, come quelle che mi dicono che si stano formando».
Più volte però lei si è espresso a favore dei giovani e contro la Mondovì degli “eterni ritorni”…
«Infatti mi vorrei candidare con una lista di soli giovani: il futuro appartiene a loro, non a me».
Come giudica l’Amministrazione attuale?
«Ho grande stima del sindaco Viglione, della sua Giunta e in particolare dell’assessore alla Cultura Mariangela Schellino».