«Sì, ci ha picchiati, ma poco e soltanto perché era nervoso per non avere un lavoro». Un cinquantenne marocchino residente a Beinette era imputato davanti al tribunale di Cuneo per reati molto gravi: maltrattamenti nei confronti di moglie e figli. In aula, però, la moglie, ha ritrattato rendendo una testimonianza confusa e contraddittoria. Risultato: il giudice lo ha assolto con la formula del “fatto” che “non sussiste”.
Il pubblico ministero, poco prima di chiedere la condanna a un anno e mezzo di carcere, aveva precisato di aver visto “soltanto raramente” situazioni di questo genere. L’esponente dell’accusa ha anche rimarcato che, nonostante la testimonianza “pacata” era stato provato che la donna se ne era andata di casa con i bambini per evitare che questi ultimi venissero nuovamente picchiati. Per l’avvocato difensore, invece: «Non c’era coscienza e volontà di infliggere soggezione e sofferenza continue».