Prima udienza, oggi, in Tribunale a Cuneo, per la morte di Gianfranco Odasso, operaio di Garessio ucciso da un colpo di fucile durante una battuta di caccia al cinghiale. Era la mattina 17 ottobre 2012, in borgata Quazzo, sopra Garessio. Un proiettile calibro 12 trapassò la testa della vittima passando per lo zigomo destro. A sparare fu F.R., 59 anni e amico di Odasso, che era a caccia con lui e che oggi è imputato per omicidio colposo.
In aula il consulente tecnico della Procura ha confermato l’ipotesi che qualcosa deviò la traiettoria del proiettile sparato da Ragusa in direzione di un cinghiale. “Non si può affermare però – ha aggiunto – che il proiettile che ha ucciso l’animale sia lo stesso che colpì Odasso. Il bossolo non è mai stato trovato”. Nella dinamica dell’incidente l’unica cosa certa è la posizione del colpo della vittima che morì immediatamente. Secondo il difensore di F.R., l’avvocato Stefano Campanello, non c’è responsabilità dell’imputato perché “non poteva vedere l’amico” e la traiettoria del proiettile è stata deviata in modo non prevedibile.