Sono trascorse due settimane dal ritrovamento del corpo di Severino Viora, l’agricoltore di 78 anni di Paroldo, nel noccioleto a poche decine di metri dall’abitazione condivisa con la moglie, Assunta Casella, 59 anni, e il giallo che circonda la vicenda non ha ancora avuto soluzione. Le indagini sono seguite dai Carabinieri del Reparto operativo provinciale e sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Cuneo, Attilio Offman, che mantengono il più stretto riserbo.
Rispetto alla settimana scorsa, dopo il nulla osta della magistratura, Severino Viora ha avuto sepoltura, sabato pomeriggio. La bara è giunta a Paroldo, dall’Ospedale di Mondovì – dove il corpo era stato portato per l’esecuzione dell’autopsia – direttamente alla chiesa di San Martino. Ad attenderla le quattro figlie con nipoti e pronipoti, assieme a moltissimi abitanti del paese. Dopo la funzione religiosa, malgrado la pioggia, in tanti hanno accompagnato il corteo funebre sino al cimitero, dove è avvenuta la tumulazione. Alla cerimonia funebre non ha partecipato la moglie – in libertà pur se accusata dell’omicidio del marito e dell’occultamento del corpo – sempre ospite di un’amica, dal giorno successivo il suo interrogatorio. La Santa Messa è stata celebrata da don Meo Prato, ora co-parroco di Dogliani e sino al mese scorso vice a Ceva, che durante l’omelia ha avuto parole di conforto e speranza per i familiari.
L’inchiesta – Prima del nulla osta alle esequie, i periti settori hanno ancora eseguito un prelievo dal corpo dell’uomo: un reperto che servirà a stabilire il Dna. Stessa operazione cui è stata sottoposta la moglie, martedì 21 giugno, presso la caserma carabinieri di Ceva, presente anche il suo legale, l’avvocato Andrea Naso. «Si è trattato di un raccogliere un campione di saliva – ha dichiarato –, eseguito dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale di Cuneo, da cui verrà tratto il Dna. Richiesta a cui la mia assistita ha dato il consenso senza alcuna opposizione. Circa invece la sua non partecipazione alle esequie, è stata una sua precisa scelta. Però, nei giorni successivi, ha voluto farsi accompagnare al cimitero per salutare il marito, senza clamore, lontano dalla folla del giorno delle esequie». Come sta e come ha commentato la sua posizione? Ancora l’avvocato Naso: «Dopo essere stata convocata dal magistrato, cui non ha dato risposte, avvalendosi della facoltà di non rispondere, la mia assistita si dimostra molto provata. Non parla di quei giorni e dopo gli interrogatori non ha fatto alcun cenno, né alle accuse formulategli contro, né a quanto accaduto».
Le indagini proseguono quindi, seguendo una posta ben precisa. Come si è risaputo, la morte dell’uomo sarebbe avvenuta per avvelenamento. Da cosa non è stato reso noto. Un altro punto interrogativo poi riguarda le circostanze del ritrovamento del corpo di Severino Viora e su chi lo abbia portato dove è stato rinvenuto. E, visto che dell’omicidio è accusata la moglie, chi possa eventualmente averla aiutata, spostando il corpo con la carriola, lasciata poi adagiata sopra.