Imperversa la Brexit sui mass-media, con tutti gli affanni del senno di poi. Tiene botta il calcio degli Europei (francamente un po’ mediocri come qualità di gioco). Ritorna in evidenza il meteo con la grandine dalle nostre parti e con il caldo che si fa logicamente sentire, d’altronde è estate. Ma domenica 26 giugno era anche – un po’ alla chetichella ormai – la Giornata internazionale contro la droga, indetta dall’Onu sin dal 1987. Sappiamo bene quale sia la portata di questi eventi rilanciati dal Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. Rischiano, purtroppo, di lasciare il tempo che trovano, fagocitati da un po’ di spunti scontati e poco più. Eppure la droga oggi è una piaga sociale che non accenna a diminuire. Foraggiata da un mercato internazionale dalle macro-dimensioni, con la criminalità organizzata che vi si impegna al massimo regime. E con il consumo – diciamo pure crescente o costante – che sta dietro l’angolo, in misura insistente e ramificata. C’è bisogno di dati per rendersene conto? Ne citiamo uno solo: si aggira intorno al 51% la quota di studenti tra i 15 e di 20 anni che ammette di avere la possibilità di rintracciare – volendo – sostanze illegali. Certo, c’è tutta la gamma degli stupefacenti che vanno dalla cannabis alla cocaina, all’eroina, agli allucinogeni… Ma c’è anche un altro fenomeno che si sta evidenziando: riguarda l’uso di droghe nel cosiddetto fine settimana, riservato allo sballo. Lasciando la convinzione implicita (ma illusoria) di non essere un “drogato” abituale, ma solo uno che si toglie uno sfizio, a piacimento, credendo di governarlo. E poi, si sa, le droghe oggi non sono mai sole. Spesso si miscelano e si assommano. E poi si abbinano agli alcolici. Ne risulta un mix micidiale, sotto tanti aspetti.
Ma intanto sono da tenere presenti alcuni altri elementi. In primis, va ricordato che le droghe e gli alcolici costano. Richiedono tanti soldi, sono spugne che assorbono risorse a tutto spiano. Come è possibile che questo avvenga, tra le giovani generazioni, in particolare? Quindi c’è l’approccio comune con il mondo dell’illegalità, che non aiuta mai anzi…ingenera abitudini e frequentazioni che portano ad altre derive. Poi ci sono le ragioni di fondo che conducono allo sballo: perché ci si rifugia lì? Perché si brucia il meglio di se stessi per andare in tilt? Non ci sono modi positivi per stare insieme, per passare la serata, per godersi il mitico fine-settimana?
Senza dimenticare i drammi che si vivono nelle famiglie dove questi ragazzi, praticamente concentrati sulla droga del venerdì o del sabato sera, fanno ricadere le loro paranoie e la loro tossicodipendenza a singhiozzo. Chi dà una mano a questi genitori? Chi ha risposte di valore e di tenuta per situazioni alla lunga devastanti?
Già, oggi, si parla meno di droghe. Non perché siano residuali. Ma per una sorta di congiura del silenzio che si stenta a capire. Per i guai che produce per il disagio che esprime dovrebbe tornare in prima pagina per segnalare la china che sta travolgendo troppi.
Lo sballo che non impressiona più…?
La droga oggi è una piaga sociale che non accenna a diminuire. Foraggiata da un mercato internazionale dalle macro-dimensioni