Nizza: Marinella e Andrea sono vivi. Lei trovata grazie a un medico italiano e riconosciuta dalla figlia

I due sanmichelesi sono ricoverati al Pasteur Hopital. Lei è stata trovata grazie a un medico italiano. Era a due camere di distanza dal marito.

Marinella era nello stesso ospedale dove è ricoverato Andrea, a due camere di distanza, separati da un corridoio a cui si accede con una porta girevole. L'hanno trovata grazie a un dottore italiano che lavora a Nizza. Il medico ha mostrato alla figlia della coppia, Beatrice, gli effetti personali dei feriti non ancora identificati. E quando ha visto quegli anelli, la ragazza non ha avuto dubbi: "Questi sono di mia mamma".

L'hanno condotta nella stanza dove era ricoverata la donna. Nonostante il volto tumefatto e la testa rasata, per le ferite riportate nel terribile incidente, Beatrice ha riconosciuto sua mamma. Marinella Ravotti, sanmichelese di 55 anni, è viva, è ricoverata allo stesso ospedale del marito Andrea, il Pasteur Hopital. Ha riportato un trauma cranico e facciale, ha il volto tumefatto e traumi su molte parti del corpo.

Il marito, Andrea Avagnina, 53 anni, ha subito un forte trauma toracico: ha fratture a una scapola, un polmone perforato e un ginocchio rotto. Ora è nuovamente in coma farmacologico, ma le sue condizioni migliorano col passare delle ore: ha mosso gli occhi e mostrato segni di coscienza. La strada è in salita: ma per la coppia di San Michele Mondovì, coinvolta nella strage del 14 Luglio sulla Promenade des Anglais, si può comunque tirare un sospiro di sollievo e ringraziare il Cielo. La prognosi resta riservata e le prossime ore saranno decisive anche per stabilire gli interventi chirurgici.

Da San Michele un sussulto di gioia, dopo un giorno e mezzo di ansia e apprensione: «Siamo in lacrime dalla gioia - è il commento di Ludovica Borsarelli, la cugina -. Mia nonna è scoppiata a piangere quando abbiamo avuto la notizia. Grazie a tutti quelli che ci sono stati vicini». Un'esplosione di sollievo anche dal sindaco, Domenico Michelotti: «Ce l'abbiamo fatta. Aspettavamo queste notizie da ore».

«Siamo tutti con voi, forza!» è il messaggio che scrivono i compaesani su Facebook. Al bar del paese, sotto i portici della via principale, nella tabaccheria gestita da Andrea, tutti sperano e portano la loro vicinanza alle famiglie.

San Michele oggi è quasi un paese fantasma. Tutti conoscono Andrea e Marinella (e nessuno, nemmeno per sbaglio, parla di loro al passato). Lei, infermiera all’Asl, nata e cresciuta a San Michele, è una persona legata al paese da sempre. I suoi genitori hanno gestito la storica tabaccheria-edicola di via Nielli per una vita, poi anni fa è passata in mano al genero Andrea. Il quale è diventato un punto di riferimento per tutta la comunità (è anche consigliere comunale), come è ovvio per chi lavora nell’unico posto in cui si può comprare il giornale, le sigarette, fare la ricarica al telefono, comprare un “gratta e vinci”.

Il sindaco, Domenico Michelotti, non ha mollato nemmeno per un secondo: «Il Comune è aperto», ripete senza sosta da ieri. Coi suoi colleghi di amministrazione, vicesindaco, assessori e consiglieri, si sono dati il cambio negli uffici comunali per non lasciarli deserti neppure un minuto: «Siamo qua per dare risposte, per aiutare la famiglia, per portare ogni sorta di aiuto che possiamo. Andrea e Marinella sono due sanmichelesi, due amici. Mi rendo conto solo oggi del “peso” che questa vicenda sta avendo, ma non possiamo abbandonare queste famiglie nemmeno per un istante. Tutto il paese sta seguendo questa vicenda. Sono rimasto in contatto costante con la Prefettura, con l’Ambasciata, col Ministero degli esteri e con l’Unità di crisi della Farnesina. E ovviamente coi famigliari della coppia».

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