«Venerdì in moschea abbiamo pregato per Marinella e Andrea. Siamo stanchi di dover sempre dimostrare qualcosa»

La lettera delle famiglie musulmane di San Michele.

La risposta è arrivata subito: «Certo che siamo vicini a loro, Abbiamo pregato in moschea, per loro. Ma siamo stanchi di dover dimostrare continuamente qualcosa».

Poche ore dopo la comparsa delle dichiarazioni del sindaco Domenico Michelotti, alcune famiglie musulmane di San Michele hanno immediatamente risposto. Con parole di stupore e affetto sincero: «Abbiamo pregato per Andrea e Marinella venerdì in moschea. Quegli attentatori non ci rappresentano: per loro ci può solo essere la condanna».

Nella foto: le foto della manifestazione a Mondovì a novembre, dopo gli attentati di Parigi

La lettera alla famiglia di Andrea e Marinella
«Con questa breve lettera vi inviamo il nostro conforto ed il nostro più sincero affetto. La grande tragedia che ha colpito la nostra piccola città reca moltissimo dolore a tutti noi. In queste occasioni non si sa mai cosa dire… Essere vicino alla famiglia per questo triste momento è il minimo. Vogliamo esservi vicini per offrirvi tutta la nostra totale disponibilità. Sinceramente addolorati per questa triste e spiacevole circostanza ci auguriamo con tutto il nostro cuore che ritroviate di nuovo il sorriso che ogni volta ci accoglieva entrando in tabaccheria Serenità e pronta guarigione».

La risposta al sindaco e ai messaggi lasciati su Facebook alla bacheca de L’Unione: «Abbiamo pregato per loro in moschea. Siamo stanchi di dover sempre dimostrare qualcosa»
«È inutile descrivere il nostro stato d'animo leggendo le parole del sindaco Domenico Michelotti che forse, meglio di tutti ci conosce per le famiglie che siamo, giuste leali e perbene. Noi musulmani di San Michele Mondovì non conosciamo l'islam moderato o l'islam radicale... noi musulmani di San Michele Mondovì conosciamo L'islam e di islam ce n’è uno che condanna il crimine, l'ingiustizia e il terrore; e che sicuramente non c'entra nulla con l'attentato dello scorso giovedì 14 Luglio. Quando abbiamo sentito del nostro caro tabaccaio venerdì pomeriggio sulla tv, ho fatto un salto e mi son ritrovata in piedi e con le lacrime agli occhi senza accorgermene, davanti a me son passati tutti i momenti che ricordavo di lui e mi son detta: non è possibile!
Tutti noi siamo rimasti infinitamente addolorati per il nostro concittadino e sua moglie, e abbiamo chiesto di lui alle persone a lui vicine, e in un modo o nell'altro tutti cercavano di informarsi, anche nelle moschee dove abbiamo pregato tutti per loro, e per le altre famiglie coinvolte di cui molte musulmane (perché c'è da ricordare che la prima vittima è stata una donna musulmana che ha lasciato 7 figli ).
Ci è stato chiesto di manifestare e di condannare questi atti terroristici e in alcuni casi l'abbiamo fatto, ma ora siamo stanchi, si... siamo stanchi di prendere distanze da una cosa lontana da noi anni luce, siamo stanchi di sottolineare che noi siamo contro, mentre dovrebbe essere sottointeso a tutti! Siamo stanchi che tutti ci guardino male e ci paragonino a quegli assassini crudeli che non si sono fermati neanche davanti agli occhi innocenti dei bambini, siamo stanchi... perché dopo le povere persone coinvolte in questi attentati, le seconde vittime siamo noi, famiglie che lavorano, studiano e danno educazione eccellente ai propri figli.
Quest' islam non ci rappresenta e non ci rappresenterà mai: noi condanniamo fortemente questi attentati e ci auguriamo che tutto questo male finisca perché vogliamo vivere tutti nelle serenità e nella gioia....e come dice Mahatma Gandhi.... “Il giorno in cui il potere dell’amore supererà l’amore per il potere il mondo potrà scoprire la pace”».

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