Il cambiamento di data, quest’anno, della “Fiera del Bue grasso” non è certo passato inosservato a Carrù, anzi il paese sta vivendo animatamente questa decisione presa dal Consiglio comunale ad inizio agosto. Una scelta storica, visto che la kermesse si era sempre svolta il secondo giovedì antecedente il Natale e mai così presto, vale a dire l’8 dicembre, oltretutto giorno festivo. Rivoluzionare la tradizione per alcuni potrebbe essere il segno di un’evoluzione che va di pari passo con usi e costumi, per altri, invece, è un po’ tradire il significato stesso dell’evento. Ma queste sono opinioni, di cui anche Facebook si è fatto inevitabilmente portavoce, con tanti commenti postati sulla pagina “Sei di Carrù se…”. Tuttavia ci sono altre considerazioni che vanno fatte e che, effettivamente, sono state portate alla luce soprattutto dal comparto commerciale di Carrù, che ha nella Fiera uno dei momenti più importanti e trainanti dell’intero anno.
Ricordiamo che la scelta dell’Amministrazione comunale era partita da una richiesta avanzata da alcuni macellai, che, più volte, avevano sottolineato come, essendo nel 2016 la data della Fiera troppo a ridosso del Natale, non vi sia il tempo necessario per macellare e conferire la giusta frollatura alla carne dei buoi presenti all’evento così da riuscire a venderla per il periodo natalizio. Una situazione che, ovviamente, potrebbe penalizzare il comparto, ma, di conseguenza, anche la Fiera stessa, visto che in alcune circostanze, il numero di capi presenti si è ridotto proprio a causa di questa motivazione. D’altro canto, poi, la possibilità di contare su un giovedì festivo è sembrata un’occasione ghiotta per poter allargare non di poco il numero di presenze alla Fiera.
Ed ecco che la linea del cambio data, appoggiata anche dal Consorzio di tutela, ha preso piede rapidamente e, nel giro di poche settimane, ha portato alla ratifica del Consiglio comunale. Ma non tutti sono d’accordo, come appunto gli esercenti, tra cui anche i ristoratori. A non essere piaciuta è la modalità della scelta e, ovviamente, la data: un giorno festivo che, per negozi e ristoranti, sarebbe già stata occasione economicamente favorevole anche senza Fiera. «Da parte mia – spiega il primo cittadino – non ci sono preclusioni ad incontrare commercianti e ristoratori, anzi. Crediamo fortemente nel bene della Fiera e la nostra scelta pensiamo vada in questo senso, accogliendo anche sollecitazioni che ci sono giunte dai macellai. Il fatto di non aver fissato in modo definitivo le date future della Fiera, ci darà modo di valutare i risultati di quest’anno in un giorno festivo».
ARTICOLO COMPLETO su L'Unione Monregalese del 24 agosto 2016