É stato in assoluto una delle figure più carismatiche e importanti del pop, ha saputo con le sue qualità formare una generazione, dare degli spunti di riflessione, e guardare al futuro in modo nuovo. Guardare. Dell’immagine Bowie ha sempre fatto un marchio di fabbrica, ma a differenza di molti altri artisti (e la sua qualità deriva anche da questo aspetto) la forma non ha mai prevalso sulla sostanza, al contrario è stato uno strumento per declinarla. Anche negli ultimi anni Bowie si è distinto: in un’epoca di sovraesposizione mediatica, alcuna notizia era trapelata in merito alla malattia che lo affliggeva, al contrario Bowie faceva parlare le sue canzoni lanciando – tra la metà novembre e dicembre 2015 – due singoli Blackstar e Lazarus. Solo dopo si sarebbe capito che quella “stella nera”, in lento e totale disfacimento, non era altro che il canto di commiato dell’artista inglese, che proprio in occasione del lancio del nuovo album e pochi giorni dopo il suo 69º compleanno se ne andava a causa di un tumore al fegato.
E per quanto sappiamo che non potremo più ascoltare sua musica inedita, che ci si dovrà “accontentare” della sua produzione e dei suoi video, la presenza di Bowie è ancora forte, e lo sarà per molti anni. Artisti più o meno famosi hanno trovato il modo di omaggiarlo con rivisitazioni delle sue canzoni, luoghi d’arte invece ne portano in mostra la sua icona.
E se a Bologna (MAMbo) la figura di Bowie è stata proposta all’interno della mostra “Bowie Is”, con una retrospettiva che celebra la prolifica carriera del duca bianco in più di 300 oggetti dell’archivio personale dell’artista (e che si consiglia di andare a vedere), alla Wall of Sound Gallery di Alba saranno esposte fino al 9 ottobre le foto (38 complessivamente) in cui il giapponese Masayoshi Sukita ha ritratto Bowie per buona parte della sua carriera. Heroes è una mostra in cui non emerge il rapporto amichevole che si è consolidato con il tempo tra i due, ma semplicemente “David Bowie”. La naturalezza con cui Sukita ha affrontato e interpretato la complessità in movimento di Bowie, elementi che permisero di catturare quei fotogrammi che varranno la fotografia sulla copertina di Heroes.
Il duca bianco, in filigrana
Bowie visto da Sukita, ad Alba