Lavoratori CONICOS rapiti: sarebbero dovuti rientrare a breve?

nessuna dichiarazione dalla Conicos di Mondovì. I lavoratori sono stati portati via da sconosciuti armati. Incongruenza nel racconto dell'autista?

Ancora non c'è chiarezza su cosa sia successo a Gath, in Libia, dove ieri tre lavoratori della CONICOS di Mondovì (multinazionale che opera nel campo della costruzione di grandi infrastrutture) sono stati rapiti da uomini armati.
Due sono italiani: uno è di Borgo San Dalmazzo, Bruno Cacae, 56 anni:; l'altro di Belluno, Danilo Calonego, 68 anni. Il terzo  un tecnico canadese.

Rapiti da tre auto
I lavoratori sono stati portati via da sconosciuti armati: tre auto, parcheggiate a lato strada. Fingevano di essere in panne. «In libia tutti si danno una mano - racconta il collega -: se vedi un'auto ferma a bordo strada, accosti per vedere che è successo». Li hanno rpesi così. Hanno costretto i tre lavoratori a salire con loro. Poi se ne sono andati. Qawmani Mohammed Saleh, sindaco della cittadina di Ghat: «Stiamo effettuando ogni sforzo per conoscere il gruppo dei sequestratori e il luogo dove sono tenuti i rapiti».

I contatti fra l'azienda e la Farnesina sono costanti e lo stesso titolare, Giorgio Vinai, si è recato a Roma al Ministero degli Esteri. ma non c'è ancora certezza su cosa ci sia dietro questo atto, che per ora non è stato rivendicato direttamente da nessuno. L'ipotesi: una banda di criminali che agisce di propria iniziativa, forse per vendere gli ostaggi ai terroristi di Daesh (IS).

Nuovi dettagli e qualche incongruenza nel racconto dell'autista
Nuovi dettagli sono emersi nel corso della giornata di martedì. Alcune fonti rivelano infatti che i due lavoratori sarebbero stati entrambi sul punto di fare rientro in Italia e addirittura sul punto di confermare la consegna del loro lavoro - un fatto confermato anche dalle testimonianze di alcuni famigliari. Potrebbe non essere una coincidenza il fatto che siano stati rapiti proprio nei loro ultimi giorni di presenza in Libia: forse l'azione di sequestro era stata studiata anche tenendo conto di questo dettaglio. Ci sono altri elementi in ballo: perché l'autista, che in un primo momento si pensava ferito, è stato lasciato vivo? Come ha fatto a dare l'allarme se, come è emerso dal racconto, era stato lasciato legato a bordo strada? 
 

La multinazionale monregalese
La CONICOS, con sede a Mondovì, è una multinazionale che opera nel campo delle grandi infrastrutture. A Mondovì ha realizzato la tangenziale e la Funicolare. La sede libica è aperta da circa 20 anni. Il sindaco di Mondovì, Stefano Viglione: «Siamo in contatto con la Farnesina ma non ci sono sviluppi. Siamo vicini all'imprenditore Vinai. La CONICOS è un'azienda stimatissima in città»

L'ex collega: «Li conosco entrambi. Una volta la situazione era tranquilla, oggi no»
Pierluca Racca, edicolante di Breo, conosce entrambi gli italiani rapiti. «Ho lavorato con loro in quello stesso cantiere all’aeroporto. Danilo Calonego, di Belluno, era un meccanico, mentre Bruno Cacace, di Borgo San Dalmazzo, era il foreman ovvero il responsabile del cantiere». Del deserto libico, nella zona di Gath, si ricorda tutto: il cantiere, le difficoltà, la situazione sotto il regime di Gheddafi. «Lavoravamo senza problemi: prima ci sentivamo protetti – racconta –. Quando ho appreso la notizia ho parlato col nostro referente in Libia, che mi ha raccontato ciò che è successo: li hanno fermati in mezzo alla strada, sono usciti armati e li hanno portati via. Prima era una zona tranquilla, nel sud della Libia non ci sono mai stati problemi. Oggi è cambiata».

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