A Paroldo, piccolo centro a pochi km da Ceva, la notizia dell’arresto di Assunta Casella - con l’accusa di omicidio volontario e premeditato e occultamento di cadavere - è stato accolto quasi con un sospiro di sollievo. Perché tutti, da subito si erano schierati per la colpevolezza della donna. Tanto che in molti, e più volte, si erano chiesti: «ma cosa aspettano ad arrestarla?».
La donna è accusata di aver ucciso il marito, Severino Viora, più anziano di lei di 19 anni. Un delitto commesso non in un momento d’ira, ma con una ben precisa determinazione. Secondo quanto risulta agli inquirenti, lo avrebbe addormentato facendogli ingerire un intera confezione di sonnifero e quindi lo avrebbe soffocato. Forse con un cuscino o con qualcosa premuto sul volto.
Le manette sono scattate questa mattina alla Caritas di Mondovì, dove viveva la donna. Portata al comando provinciale dei carabinieri, è stata poi trasferita al carcere femminile di Torino. Non avrebbe fatto alcuna ammissione e sarebbe stata sorpresa dell’arrivo dei carabinieri per arrestarla.
L’inchiesta è stata condotta dal sostituto procuratore della Procura del Tribunale di Cuneo, Attilio Offman con l’attività svolta dai carabinieri di Ceva e del nucleo operativo provinciale, al comando del maggiore Nicola Ricchiuti