All'Ospedale di Mondovì c'è un micronido per i figli dei dipendenti: ma non ha mai aperto. Una struttura che avrebbe potuto accogliere 24 bambini, che è costata 357 mila euro (di cui 232 mila su finanziamento della Regione), praticamente nuova di zecca… ma deserta. Chiusa. Inaugurata a metà del 2013, non è mai entrata in funzione. Motivo? Non ci sarebbero mai state richieste, perché le rette sono troppo costose. Ne parlavamo alcuni mesi fa, in un articolo che destò un certo dibattito in città e sollevò l'attenzione sullo strano caso.
Il micronido venne affidato alla “Coop Vita”, poi assorbita dalla cooperativa “Quadrifoglio” di Pinerolo. Il problema: le rette erano troppo alte, molto più alte di quelle del nido comunale, tanto che da allora sarebbe arrivata una sola richiesta di iscrizione da una sola famiglia.
Il caso si era trasformato in inyterrogazione regionale, a cura del gruppo Moderati di Carla Chiapello. Oggi, la svolta: «Abbiamo ottenuto più di quanto potessimo sperare. Non solo i soldi spesi per il Micronido dell’Ospedale di Mondovì non verranno sprecati, ma i locali sinora rimasti vuoti serviranno ad accogliere un servizio davvero importante: quello della neuropsichiatria infantile - dice il consigliere -. Già nel mese di maggio avevo chiesto spiegazioni con un’interrogazione al Consiglio regionale, ed ero stata rassicurata. Nei mesi successivi non avevo più avuto notizie al riguardo, quindi ho pensato di rivolgermi nuovamente all’Assessorato alla Sanità per conoscere le novità in merito. Nel frattempo l’Asl CN1 ha risolto il contratto per la gestione del micronido con la Cooperativa Sociale il Quadrifoglio. A fine agosto l’Assessorato alle politiche sociali e l’Azienda sanitaria si sono confrontate ed hanno deciso per un cambio di destinazione d’uso dei locali dell’asilo nido a favore della neuropsichiatria infantile. Non resta che attendere la delibera di Giunta per autorizzare il cambio di destinazione. Sono molto soddisfatta del risultato e ringrazio tutti coloro che si sono prodigati per raggiungerlo».