«Profughi: questo sistema non funziona»: la lettera di Rifondazione. E la Lega: «Ci sono rischi per la sicurezza»

Le uniche voci politiche che arrivano sul tema, vengono dalle due frange opposte del panorama nazionale. Certi temi, per chi è “moderato”, sembrano intoccabili.

Forse non troppo paradossalmente, le uniche due voci politiche che arrivano sul tema provengono dalle due frange opposte del panorama nazionale. Un segno che certi temi, per chi è “moderato”, sembrano intoccabili.

Le due lettere sono ovviamente di tenore diverso. Rifondazione attacca fortemente i limiti del sistema di accoglienza (prendendo spunto dai fatti di Lurisia), quella della Lega para dell’ultimo arrivo di profughi a Mondovì e dei problemi passati. Ma hanno chiaramente un denominatore comune: la situazione attuale, con un sistema che si sta rivelando sempre più inefficace, genera preoccupazione e troppi dubbi.

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La lettera della Lega Nord Mondovì
Gli ultimi arrivi di profughi a Mondovi fanno nuovamente discutere, pure se in questo caso si tratta di nuclei famigliari, in teoria molto meno problematici dei soli uomini, che costituiscono la maggior parte dei richiedenti asilo attualmente sul suolo italiano... peccato che una di queste famiglie in questi giorni ha minacciato le autorità di non rientrare nei locali che li ospita per via del non gradimento dei loro alloggi. Un paradosso: non certo l'atteggiamento di chi, disperato, scappa dalla miseria, dalla fame, dalla guerra. Senza dimenticare che alcuni mesi fa, qualche “ospite” è stato anche arrestato per spaccio di droga ai minorenni! Timore ha inoltre destato il caso di tubercolosi riscontrato in un profugo di Ormea, prima ricoverato e poi fuggito dall'ospedale di Mondovi: un pericolo non indifferente per la salute dei nostri concittadini. È lecito quindi chiedersi se il Sindaco abbia ricevuto, in qualità di autorità sanitaria ai sensi dell'art. 50 del Testo Unico Enti Locali, i certificati medici di tutti gli ospiti presenti a Mondovì, presunti profughi che ad oggi superano le 100 unità! Sempre che tali documenti siano autentici: è indubbio che il ragazzo ospitato a Ormea e ricoverato a Mondovì fosse già arrivato da noi con il virus in corpo, senza che nessuno ne sapesse nulla! Un episodio grave come quello accaduto - troppo minimizzato dai mass media - non deve più verificarsi, e ci auguriamo quindi che il sindaco Viglione prenda seri provvedimenti per garantire la salute dei suoi cittadini. I Primi Cittadini di Alassio e Carcare hanno emanato ordinanze ad hoc in merito a questa tematica, dalle quali si potrebbe prendere spunto per agire nella medesima direzione. In conclusione, è opportuno sottolineare come il piano Alfano preveda l'assegnazione ad ogni Comune di 2-3 migranti ogni 1000 abitanti. Per quel che riguarda Mondovì attualmente siamo già ben oltre questa quota. Lo ricordiamo soprattutto al Ministro nostro concittadino, se ancora ricorda di essere un monregalese: la sua assenza al convegno della Sacra Famiglia organizzato appositamente in data 3 ottobre per conciliare i suoi impegni, dimostra il contrario. Ma siamo certi che monregalesi di questa sua mancata attenzione al territorio (eccezion fatta per l'inaugurazione-vetrina mediatica del polo scolastico di Piazza a fianco di Renzi) se ne ricorderanno il prossimo anno, nella cabina elettorale.

La lettera di Rifondazione Comunista Mondovì
I recenti fatti di Lurisia, relativi alla "protesta" in cui alcuni richiedenti asilo hanno sprecato dai 5 ai 6 mila litri d'acqua al giorno ci deve invitare a fare seriamente una riflessione sul sistema attuale di accoglienza che per fare una battuta fa acqua da tutte le parti. Lo spreco dell'acqua non è accettabile per qualunque motivo, ma sorgono inevitabilmente alcune domande: come è possibile che sia stato permesso un tale spreco d'acqua? Come è possibile che improvvisamente e non prima vengano mosse queste istanze da parte dei migranti? Senza accusare il Comune o la cooperativa Ariel sul caso, vogliamo provare a indicare i limiti di un modello di accoglienza che porta e porterà sempre di più a attriti tra cittadinanza e ospiti o, come il recente caso di Carrù, a proteste da parte della cittadinanza sull'accoglienza degli stessi. La distribuzione dei richiedenti asilo sul territorio provinciale è completamente sbilanciata: il comune di Battifollo ospita 36 profughi contro i 50 ospitati dal Comune di Cuneo e la stessa Lurisia ha 70 su 200 residenti! Come è possibile fare accoglienza e integrazione su questi presupposti? L'accoglienza inoltre, è diventa da troppo tempo un business, da parte di proprietari di stabili inutilizzati che vedono nei migranti solamente una occasione di guadagno, il tutto gestito dalla Prefettura che sembra non avere tutte le risorse per governare questo complesso fenomeno sociale. Condanniamo e combattiamo con forza ogni atto xenofobo o razzista perché non porta alla soluzione dei problemi di convivenza e aumenta lo scontro e il disagio, ma ci sentiamo di condannare allo stesso modo un assistenzialismo miope e poco chiaro che tende ad alimentare stereotipi negativi sui richiedenti asilo. Per noi la solidarietà non va imposta, ma costruita con gli operatori, i cittadini e le amministrazioni e con gli stessi migranti ed auspichiamo un maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione dei territori affinché l’emergenza non sia più tale.

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