Cottolengo in vendita: il Comune sente i proprietari

Al Comune è stato specificato che non esistono ancora ipotesi concrete sulla futura destinazione.

La notizia, pubblicata da “L’Unione” la scorsa settimana, ha destato stupore in città: ci sono trattative per vendere l’ex Cottolengo. La struttura, in mano alla “Piccola Casa della Divina Provvidenza” di Torino, interessa a qualcuno. Dalla proprietà era giunta solo una scarnissima conferma: «Sì, c’è una trattativa in corso». Al Comune è stato inoltre specificato che non esistono ancora ipotesi concrete sulla futura destinazione.

Le perplessità sono tante: chi lo comprerà? E per farne cosa? Qualcuno intende riaprire la struttura assistenziale (chiusa dal 2010, dopo che la proprietà decise che non c’erano più le condizioni per proseguire)? E, ovviamente, nelle chiacchiere dei monregalesi è subito venuta a galla l’ipotesi: diventerà l’ennesimo centro di accoglienza destinato a ospitare migranti? Dal punto di vista della trattativa, nulla lo vieta.

Il Comune ha cercato risposte. Fino a ieri, da Torino nessuno aveva avvisato il sindaco o la Giunta che esistevano trattative per la vendita. «Guardiamo con attenzione ad eventuali progetti di riutilizzo del fabbricato – commenta il sindaco Viglione –, ricordando però che l’area ha destinazione urbanistica a servizi con finalità socio-assistenziali Trattandosi di una trattativa tra privati non abbiamo tuttavia informazioni dettagliate in merito». E sul passato, la chiusura e soprattutto il clima quasi “gelido” in cui questa venne annunciata, il sindaco afferma: «Già in passato, a fronte della volontà del Cottolengo di chiudere, ci eravamo adoperati per stimolare l’interesse di enti e soggetti privati ad investire nel complesso e portare avanti l’importante attività socio-assistenziale a servizio della nostra città e di tutto il territorio monregalese. Nonostante l interesse manifestato da alcuni nulla si era poi concretizzato». La proprietà, contattata direttamente, avrebbe confermato al Comune che le trattative sono in corso ma “senza ipotesi o progetti concreti” sul futuro, rendendosi disponibile a ulteriori confronti con l'Amministrazione.

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