In un’ora di interrogatorio davanti al tribunale che lo deve giudicare sull’accusa di concussione e peculato I.M., di Monastero di Vsco, ha spiegato perché ritiene di essere innocente. Stamattina, a Cuneo, l’ex capo manutenzione della Torino Savona ha risposto alle domande del pm Massimiliano Bolla. L’interrogatorio è stato così lungo che i giudici hanno deciso di rinviare la seconda parte, ovvero le domande da parte del difensore dell’imputato, all’udienza del 15 febbraio. L’ex funzionario è accusato (in base a indagini della Guardia diFfinanza) di essersi fatto fare lavori edili da imprese che lavoravano per l’autostrada senza pagarli, sfruttando la sua posizione. Nella maggior parte della domande il pm ha insistito sulla realizzazione della villa bifamigliare di Vado Ligure che «da rudere del valore di 15 mila euro, è stata rivenduta dopo la costruzione per 610 mila». Ad occuparsi dei lavori e a gestire le imprese in subappalto fu la ditta “Negro escavazioni” di Fossano.
“La casa l’ho pagata – ha detto l'imputato -. Ho dato 96 mila euro alla ditta Negro. Tutti in contanti, 2000 euro alla volta”. Tracce
giustificative? Quietanze? Fatture? Risposta: "Non ce ne sono". Il magistrato dell’accusa ha ricordato che almeno sei testimoni, tra cui i titolari della ditta Negro e gli artigiani che, in subappalto, eseguirono i lavori dicono di non essere stati pagati e di aver accettato questa situazione per non contrariare chi aveva voce in capitolo negli appalti per la A6. «Non so perchè sostengano questo - ha detto l’imputato - forse per dare una giustificazione a fatture fasulle. In più io non avevo potere nell’assegnazione dei lavori».