Sabato 19 novembre, alle 17,30, nei locali della Bocciofila di Maddalene di Fossano, i genitori di Lorenzo Ballario, giovane agricoltore di Maddalene morto il 6 dicembre scorso in seguito a malattia, presentano il rendiconto della raccolta fondi realizzata in favore dell’istituto clinico Humanitas di Rozzano in cui il giovane venne curato negli ultimi mesi di vita.
Lorenzo, morto a 23 anni, ha lasciato un segno profondo in tutta la comunità di Maddalene e non solo, per il modo in cui ha affrontato la malattia e per la determinazione con cui ha accettato il verdetto. Prima di andarsene volle salutare gli amici, uno ad uno, finché gli mancarono totalmente le forze. «Per me non chiedo miracoli – disse –; però lo chiedo per i bambini che ho visto all’ospedale dov’ero ricoverato; quei bambini non devono morire». E a papà e mamma lasciò una consegna: «Con i soldi che in questi anni ho messo da parte dovete fare un viaggio; una crociera con gli amici». Lorenzo fu sempre pienamente consapevole della sua situazione. Quando i medici gli comunicarono che l’unico polmone rimasto era ormai fortemente compromesso, capì di doversi arrendere. A quel punto chiese di poter tornare a casa per salutare gli amici. La voce del suo rientro si diffuse e nella piazza di Maddalene si radunò una grande folla. Lorenzo volle riceverli tutti, parlare con ognuno, per congedarsi. «Quello che volevo fare l’ho fatto – disse infine sfinito –; tutto è compiuto. Ora posso andarmene». I genitori e gli amici hanno tenuto fede alle promesse fatte in quegli ultimi momenti di vita di Lorenzo: in sua memoria è partita una raccolta fondi che ha coinvolto il coro (gli Amis ‘d la Madlana, il gruppo impegnato nella riproposizione dei canti popolari che da anni anima Canté j’euv a Maddalene) in cui cantano il papà e due zii. Nei giorni scorsi papà e mamma si sono concessi la crociera “raccomandata” da Lorenzo. Ora, a un anno dalla morte del giovane Lorenzo, anche loro si sentono di dire: «Tutto è compiuto». Chiusa la raccolta di fondi (destinata alla realizzazione di case di accoglienza per i genitori dei bambini ricoverati all’istituto clinico Humanitas), sentono il bisogno di “rendere conto” e di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito.