L’Istat che descrive il Paese attraversato da non poche marginalità, al suo interno: un cittadino su quattro – dice l’Istituto di statistica – patisce esclusione sociale; il 28,7% della popolazione (pari a 17 milioni e mezzo di persone) compone una fascia in cui si trova chi vive sotto la soglia minima di reddito, chi lavora solo pochi giorni all’anno e chi non riesce a far fronte a spese considerate essenziali. Insomma un quadro non incoraggiante. Se poi si aggiunge una risultanza sui dati della ricchezza, ci si accorge di vivere in un Paese troppo diseguale.
E basta sostare un mattino al Centro di ascolto della “Cittadella della carità” a Breo per rendersi conto che davvero c’è tanta gente, dietro l’angolo, che tribola e sta in affanno. “In effetti – ci dice Davide Oreglia responsabile della stessa ‘Cittadella della carità’ – le presenze alla mensa serale sono aumentate del 6%, con un incremento degli italiani pari al 21%: da soppesare il fatto che numericamente alla mensa ricorrono in maggioranza gli stranieri, ma i pasti sono stati offerti nella misura del 60% agli italiani, segno che si sono fermati di più alla mensa stessa. Per quanto concerne l’accoglienza notturna maschile, gli ospiti sono cresciuti del 12%: le notti trascorse dagli stranieri sono state 600 come quelle che vi hanno passato gli italiani, quindi al 50%. E sono anche raddoppiati i giovani (18-25 anni) che si sono presentati alla mensa e sono quadruplicati nell’accoglienza notturna”.
Ma la “Cittadella della carità” è anche altro: trenta donne settimanalmente impegnate nella scuola di cucito; un centinaio a frequentare i corsi di italiano; quaranta le persone a cui si è prestato un servizio legale informativo gratuito; un crescente intervento con la misura del “micro-credito” che va anche nella direzione di un aiuto per la finanza domestica; un servizio fuori dai riflettori, che consiste nella consegna di mobili donati dalla gente e trasportati in casa per un centinaio di famiglie bisognose (il tutto grazie ai volontari).
Da ricordare il progetto “Gaudium” con i fondi dell’8xmille, a sostegno dell’esperienza dei Centri di Informazione e Consulenza (CIC) operativi all’interno delle Scuole superiori del Monregalese e del Cebano: da ottobre a dicembre si sono ascoltati circa 100 ragazzi, con il coinvolgimento di cinque psicologhe. Inoltre, con l’Associazione Genitori, si sta operando sul fonte del disagio mentale nell’adolescenza. Un recente incontro ha visto presenti oltre 150 persone in Mondovì. Di grande significato il laboratorio musicale destinato ad una dozzina di adolescenti e giovani con problematiche psichiche (e non), coordinato da Marco Biaritz, direttore della “Scala del re”. Sempre in “Cittadella” la disponibilità di un alloggio destinato all’accoglienza temporanea di una donna portatrice di disagio mentale, in convenzione con il Distretto Salute Mentale di Mondovì: finora sono state ospitate tre donne. Si sta ampliando il progetto “Adotto una convivenza guidata” in alloggio a Ceva ed a Mondovì: sono due i soggetti tuttora sostenuti, pagando parte dell’affitto.
“Possiamo dire che è stata azzeccata l’intuizione del vescovo, anni fa, per invitare a impiegare i locali dell’Istituto ‘Pagliano’ per edificarvi la ‘Cittadella della carità’ – conclude Davide Oreglia – in un contesto centrale a Breo, sufficientemente riservato, con una storia significativa di accoglienza alle spalle, ben supportata dalle Forze dell’ordine, dal Comune e dai Servizi sociali con cui c’è costante collaborazione”.
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