Un presepe di umanità ritrovata

Il Natale è l’occasione preziosa, nell’anno, per risalire, da credenti, al mistero di Dio che si è fatto uno noi, cominciando la trafila della vita di tutti

Del Natale sappiamo pressochè tutto. Cioè conosciamo l’atmosfera inconfondibile dei giorni che incorniciano e racchiudono il 25 dicembre, intrisa di luci particolari ed artificiali, contrassegnata dagli auguri rivolti a ripetizione, impregnata di acquisti da regalo, caratterizzata da piccoli grandi rituali per soste anche gastronomiche in famiglia… Anzi abbiamo negli occhi pure gli scenari di questo o di quel presepe in allestimenti più o meno azzeccati, mentre non mancano gli alberi di Natale appunto con il loro luccichio che fa sempre tenerezza. Bene, questa è la cornice che siamo capaci di approntare, talora con un certa fantasia, con alterno buon gusto, con altalenante creatività. Ma – diciamocelo con franchezza evangelica – tutto questo non basta. Perché il Natale è ancora e soprattutto altro. E’ l’occasione preziosa, nell’anno, per risalire, da credenti, al mistero di Dio che si è fatto uno noi, cominciando la trafila della vita di tutti, nascendo bambino, sperimentando difficoltà, diffidenze, respingimenti, esclusioni, emarginazioni… conoscendo la prova dell’esilio, toccando con mano la fatica del lavoro nella bottega di Giuseppe, crescendo nella quotidianità più usuale in un paese qualsiasi…. Un “Dio con noi” che ci rassicura, perché sa di che siamo fatti, perchè ha condiviso le nostre situazioni più concrete, perché si è immerso nel nostri guai… Sì, il Natale ci restituisce questa certezza nella fede: Dio non ci ha dimenticati, Dio ci ha scelti come compagni di strada, Dio si è calato nell’impasto della nostra esistenza controversa… Non abbiamo quindi bisogno di illusioni o di miti. Siamo nelle mani di un Dio rivestito dalla pelle umana, dal cuore umano, dalla storia umana. E più siamo umani, più scaviamo nella nostra coscienza, più ritroviamo la nostra dignità di creature… più scorgiamo Dio fattosi al fianco in Gesù di Nazareth che ci traccia un cammino di speranza.
Insomma davanti al presepe non sono sufficienti la poesia accattivante o l’incantesimo da fiaba, ci vuole la fede lucida e coraggiosa di chi si lascia conquistare da un Dio che si è fatto uomo, carne, cuore, perdono, riscatto, testimonianza, condivisione… nei nostri passi incerti, nelle nostre angustie, nelle nostre inquietudini.
Buon Natale, nell’amicizia con Dio e con i nostri fratelli

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