Kebabbari, baristi, commessi dei mini market ora hanno un’alternativa. Il Regolamento per le attività commerciali di Mondovì, cassato qualche mese fa dall’Autorità Garante della Concorrenza, deve cambiare. Ma la modifica è quasi solo formale.
Il Regolamento attuale prevede, all’articolo 66, l’obbligo tassativo per i commercianti stranieri della conoscenza della lingua italiana. Obbligo che poteva essere dimostrato con la certificazione di un titolo di studio conseguito in Italia o con il superamento di una prova di conoscenza e comprensione della lingua.
A ottobre però l’Antitrust aveva segnalato il Regolamento, ammonendo proprio questo passaggio in quanto presentava profili di criticità concorrenziale. Un regolamento come questo non può includere un obbligo di conoscenza linguistica.
Così il Comune ha predisposto una modifica, che verrà sottoposta all’approvazione del Consiglio comunale il prossimo 23 gennaio. Cosa cambia? In sostanza, ora esiste l’alternativa: oltre alle possibilità previste in precedenza (titolo di studio italiano o test), il commerciante potrà anche produrre un certificato che dimostri di aver frequentato un corso di studio professionale, attinente al commercio (o un corso generico che presenti però materie attinenti al commercio). Ma nei fatti, sempre di lingua italiana si apra: perché il corso dovrà essere riconosciuto dalle Regioni italiane… e ovviamente in italiano.