Con l’inglobamento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri (avvenuto il 1° gennaio scorso) non tutto sembra essersi svolto senza sollevare qualche problema, cui anche in questi giorni si sta cercando di ovviare. Il primo è il passaggio dei 5 agenti in forza alla stazione del Corpo Forestale di Mondovì, nei Carabinieri, con l’acquisizione della specializzazione che contraddistingue la nuova struttura, ovvero, “Comando unità tutela forestale ambientale e agroalimentare Carabinieri” e col loro trasferimento a Cuneo, dove resta il comando provinciale. Tale fatto è la diretta conseguenza di un sopralluogo – effettuato da un funzionario romano dei Vigili del fuoco – che, quando si incominciò a parlare di azzeramento della Forestale (esistendo a Mondovì un problema legato alla sistemazione dell’attuale Caserma), fece optare per collocarla proprio nella sede dismessa. Di conseguenza col 1° gennaio la Stazione Forestale di Mondovì non esiste più e, a svolgere il servizio sul territorio monregalese, restano la stazione di Ceva e quella di Cuneo.
A Cuneo, comandante provinciale è il tenente colonnello Cecilia Tucci, che, sulla questione, pur mantenendo il comprensibile riserbo, spiega: «Siamo in attesa della pubblicazione del decreto che sancirà il passaggio della Caserma di Mondovì ai Vigili del Fuoco, pur se è stato ribadito come non sia idonea per svolgere il servizio, stante la difficoltà in uscita sulla provinciale e l’intasamento che si verifica negli orari di inizio e fine lezione, delle Scuole collocate nel rione Piazza. Aggiungendo, anche, come conseguenza: Mondovì non avrà più il servizio di controllo del territorio. E aggiungo che mantenere tale presidio è fondamentale e che ci siamo attivati per trovare una nuova sede».
La zona sotto Mondovì – molto estesa e comprendente la valle Mongia, le vallate monregalesi, i territori dei Comuni di Bastia, Carrù, Piozzo, Benevagienna, Lequio Tanaro da una parte e di Magliano, Rocca de’ Baldi, Pianfei, Peveragno e Chiusa Pesio dall’altra – è passata quindi sotto Cuneo,che la aggiungerà alla propria.
Intanto un incontro, per trovare una soluzione che possa ristabilire gli equilibri, si è svolto venerdì scorso in Comune a Mondovì (suscitando molta curiosità, per la presenza della “Sedici” verde con la scritta “Carabinieri” davanti al Municipio) presenti il ten. colonnello Cecilia Tucci, il capitano Raffaello Ciliento, comandante la Compagnia Carabinieri di Mondovì, e il responsabile della stazione di Mondovì. Tutti hanno esposto al sindaco Stefano Viglione, l’attuale situazione, che si spera possa quanto prima cambiare.
Viglione: «Qua si rischia il paradosso»
Il sindaco di Mondovì non ci va giù leggero: «Togliere la Forestale e dare ai Vigili del fuoco una caserma inutilizzabile? Qua siamo al paradosso». Difficile dargli torto, se le indiscrezioni sollevate in questi giorni si realizzassero. Immaginatevi lo scenario: un’autobotte dei pompieri che esce d’urgenza, a sirene spiegate… e si trova a dover fare manovra da via Polveriera a via Carboneri. In un incrocio “a T”, tra due strade in salita e magari coi mezzi del trasporto scolastico che salgono o scendono da piazza D’Armi.
«Ho appreso da pochi giorni che questa possibilità potrebbe verificarsi davvero – dice Viglione –: ci risulta che il Comando a Roma stia realmente immaginando di assegnare quei locali ai Vigili del fuoco di Mondovì… nonostante loro stessi abbiano detto che non sarebbero utilizzabili, sia per la collocazione logistica, e mi riferisco all’accesso, sia per le specificità del fabbricato». Una questione che peraltro il Comune conosce bene: «Avevamo avviato da tempo un dialogo per la costruzione della nuova caserma dei Vdf, avevamo anche messo a disposizione il terreno. Questa nuova ipotesi, se dovesse verificarsi, sarebbe paradossale».
Oltre a trovarsi coi pompieri chiusi in una caserma poco adatta (e nel posto sbagliato), Mondovì e l’intero territorio rischiano seriamente di trovarsi senza Forestale. Con buona pace dei servizi che gli agenti effettuano sul territorio, di presidio, controllo e intervento ambientale. Viglione: «È certamente opportuno un ulteriore approfondimento. Anche perché questo argomento non tocca solo Mondovì, ma una zona ben più vasta. Mi auguro che si sentano tutti i sindaci del Monregalese e dei dintorni, per dare un senso a questa scelta: da parte mia non manca la volontà di coinvolgere i colleghi e di approfondire ciò che sta succedendo».