Un tasso di interesse sul prestito di denaro del dieci per cento ogni dieci giorni. Per questo l’imprenditore (commerciante in ferro) S. C., di Gorzegno è a processo per usura davanti al Tribunale di Cuneo. A denunciarlo per primo, tre anni fa, fu un imprenditore di Ceva. I Carabinieri della stazione cominciarono ad indagare, affiancati, per la parte contabile, dalla Finanza. Risultato: altre sei persone coimputate per concorso nel reato. Sono 4 uomini e due donne. Secondo l’accusa il contributo dei sei coimputati sarebbe marginale rispetto al ruolo di S.C., considerato la mente. I casi di usura contestati in aula sono 7, per un totale di 14 vittime, 9 delle quali nel Cuneese (trasporti e piccola edilizia), poi nel Torinese e Savonese.
Mercoledì scorso l’artigiano di Ceva ha deposto davanti ai giudici. Ha raccontato di favori e affari tra lui e S.C.: in tre anni il cebano avrebbe comprato auto usate, anche di lusso come una Porsche, con l’imputato come intermediario. Tra gli acquisti c’era anche un Rolex d’oro. Il giudice ha chiesto al testimone: «Ma se aveva problemi economici perché tutte queste auto? Perché nel mentre ha aperto un’impresa in Romania oltre a quella che aveva in Italia?». In un’intercettazione ambientale, con i Carabinieri appostati che fotografavano e ascoltavano la conversazione, S.C. e la vittima avrebbero tracciato un piano di rientro per i prestiti e l’imputato tracciò con le dita sul parabrezza impolverato dell’auto dell’artigiano la cifra da pagare.
L’avvocato dell’imputato, Roberto Suffia, ha chiesto che siano considerate inutilizzabili le intercettazioni telefoniche e ambientali, perché disposte fuori dalla sede della Procura, cioè presso la stazione Carabinieri di Ceva. Alla richiesta si è opposta il procuratore capo Francesca Nanni e il Tribunale si è riservato di decidere. Prossima udienza il 1º marzo.