È comparsa questo pomeriggio per la prima volta davanti alla Corte d’Assise di Cuneo che la giudicherà sull’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Assunta Casella, in aula, si è trovata a pochi passi dalle figlie che sono costituite parte civile. La vittima è il marito e padre, Severino Viora. Soffocato, secondo l’autopsia, dopo essere stato narcotizzato con del sonnifero. Per il pm Attilio Offman la responsabile è lei. L’autopsia ha dimostrato la presenza, nel corpo, del farmaco e la morte per “asfissia meccanica”. Secondo gli inquirenti si sarebbe potuto trattare di un cuscino premuto sulla faccia o una corda stretta intorno al collo, la stessa che il cadavere ancora aveva addosso quando venne ritrovato, il 7 giugno 2016, nel noccioleto vicino alla casa di famiglia a Paroldo.
I giudici hanno ammesso le prove presentate dalle parti. Tra quelle del pubblico ministero c’è anche la prescrizione che il medico curante della donna le fece. Tutto ruota intorno a quel sonnifero, la sostanza che avrebbe permesso all’imputata di sopraffare l’anziano coniuge, morto a 79 anni, una ventina in più di lei.
Giorni prima del ritrovamento del cadavere prima avevano chiesto alla madre notizie sull’assenza del padre. Lei si era limitata a rispondere: «È andato via per qualche giorno». Difficile crederlo per un uomo abitudinario diviso fra la casa e il lavoro in campagna. Così una delle figlie presentò denuncia di scomparsa. I carabinieri cominciarono le ricerche e il cadavere venne ritrovato. L’esame dei testimoni comincerà il 10 marzo.