Brunori sas, i nuovi limiti di un “vecchio” cantautore

A Casa Tutto Bene è il nuovo disco dell’artista calabrese, uscito a fine gennaio

I quarant’anni sono un punto di svolta nella vita di un uomo: via gli alibi, non si può fantasticare sull’età, dimostrare 20 anni anche se le primavere sono di più. A quarant’anni si lascia alle spalle lo sfrontato coraggio e l’intraprendenza giovanile; all’immediatezza si sostituiscono caleidoscopici atteggiamenti come la misura, la ponderazione e la consapevolezza. Vuoi per questioni di anagrafica vuoi per questione di numeri (il quarto disco), Dario Brunori a otto anni dall’emozionante esordio sveste i panni dell’outsider per indossare, senza manco più i fronzoli dei suoi “Volume” (come se, quelli, fossero stati degli esperimenti), quelli di autentico cantautore del presente. E, sebbene il genere dopo una (breve) riscoperta stia vivendo una fase down, l’artista calabrese si impone come uno degli esponenti più completi in circolazione: non troppo aulico, per piacere solo alle sfere d’elite culturale, non troppo pop per essere compresso tra i “cantautori da Sanremo”, sufficientemente introdotto per potersi permettere nel nuovo tour di fare il sold out in Piemonte al Teatro della Concordia di Venaria con un mese e più d’anticipo rispetto alla data (il prossimo 20 marzo). Veniamo ora al disco, uscito in gennaio. A Casa Tutto Bene è un album che sottende due linee principali: il “nomen omen” del titolo accorpa un’idea augurale e di rassicurante speranza, velatamente e in apparenza non del tutto acquisita. Come il quarantenne che ha perso l’illusione della giovinezza, l’autore guarda al suo mondo e al Mondo, con uno sguardo profondamente asettico, disincantato e senza grosse aspettative, fatto di uomini neri, vita liquida, ma anche canzonette strampalate. Il disco non ha forse la stessa intensità artistica dei primi due lavori, ma pare un passo in avanti rispetto al precedente: Brunori sembra aver accettato la scommessa della sua professione, c’è una cura attenta nella drammaticità di musiche e testi, ben calibrati, in cui non si eccede, senza abbandonare un certo lirismo; una solida realtà, pronta a conquistare un pubblico più ampio e popolare.

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