#aperitivo Lorenzo Mò: giochi di ruolo e fumetti, tra realtà e fantasia

Una chiacchierata con il giovane fumettista monregalese sul nuovo libro, in uscita in autunno per Eris Edizioni, dedicato al mondo dei giochi di ruolo.

Gli amanti dei giochi di ruolo da tavolo ne hanno viste di tutti i colori. Hanno combattuto contro draghi alle porte di una città perduta, sono fuggiti dagli assalti di zombie nei palazzi fantasma di Stalingrado, hanno messo in gioco la propria salute mentale indagando sui misteri di uno strano dio tentacoluto, hanno percorso in un furgone i deserti di un'America postnucleare. Eppure c'è un'esperienza che li accomuna e che ha rappresentato il momento più spaventoso e difficile per tutti loro: la domanda: «Ma cos'è che fate esattamente tu e i tuoi amici il venerdì sera?».

Ci sono passioni che non si possono spiegare. O le hai o non le hai. Raccontare a un individuo medio, adulto, cosa succede durante una sessione di gioco di Dungeons and Dragons, tanto per citare il più famoso, equivale a guadagnarsi un bel biglietto di sola andata per una visita psichiatrica. O per l'asilo nido.

Lorenzo Mò, un giovane autore di fumetti monregalese, sta lavorando a una graphic novel che potrebbe essere un’ottima risposta alla domanda, e che uscirà per i tipi della Eris edizioni. Lorenzo è laureato all’Accademia delle belle arti di Torino ed ha al suo attivo diverse pubblicazioni, su riviste, manifesti e locandine per concerti. Ha gentilmente accettato di incontrarci per una breve chiacchierata sul suo lavoro.

Studio di un personaggio.

«Mi ha sempre affascinato quello strano incantesimo che si instaura durante la sessione di gioco di un gruppo ben rodato e con un bravo master. Si crea una curiosa alchimia tra il piano della realtà e quello della fantasia, che sembrano quasi confondersi. È come se quello che accade nel gioco, evocato solo dai racconti a voce del master e dalle interpretazioni dei giocatori, assumesse uno status di pararealtà, anche se naturalmente è solo una suggestione. Ed anche in seguito, tra i giocatori, si tende a rievocare le avventure e gli episodi delle sessioni come se fossero avvenuti davvero, a tutti gli effetti diventano parte del patrimonio di ricordi che legano quel gruppo di amici, esattamente come una gita condivisa insieme o una serata al pub. Il mio libro gioca molto su questo paradosso».

Quindi è una trama che si sposta continuamente tra realtà e fantasia? Gioca con la sovrapposizione?
«In realtà no, la storia si svolge interamente all'interno del gioco, sul piano del fantastico, almeno dal punto di vista narrativo. Il legame con la realtà però c'è ed è più forte di quanto non sembri inizialmente. Di fatto, dalla prima pagina, un lettore che si avvicina al libro per la prima volta potrebbe avere l'impressione di leggere una graphic novel fantasy. Poi procedendo nella lettura la questione diventerà ben più complessa».

A che punto sei con il lavoro? Hai già un titolo?
«Ho finito di scrivere dettagliatamente l'intera trama e di abbozzare gli storyboard di tutte le tavole. È stato un lavoro molto lungo e anche piuttosto complicato, infatti ha assorbito quasi tutto il mio tempo libero. Da agosto in poi ho lavorato quasi esclusivamente a questo progetto, eccezion fatta per i disegni per Linus (n.d.a. Lorenzo ha illustrato alcune pagine del numero di agosto 2016) e la copertina dell’ultimo numero di Armata Spaghetto. Ora sto aspettando che la casa editrice finisca di supervisionare le bozze e mi dia l'ok finale. Il titolo non l'ho ancora scelto».

Lorenzo Mò

Insomma resta solo la realizzazione finale delle tavole.
«Sì, esatto. Indicativamente ci sarebbe piaciuto che tutto fosse pronto per l’autunno, ma vedremo quello che si riesce a fare: la qualità del risultato finale viene prima delle tempistiche di uscita».

Quale stile figurativo e narrativo hai scelto per questa storia?
«Lo stile narrativo è molto semplice e diretto: niente salti temporali complessi, flashback o altro. Sarà una narrazione semplice e lineare, con un ritmo di vignette piuttosto serrato. Lo stile figurativo rispecchia molto quello dei miei lavori, molto visionario, cartoonesco. Mi occupo io sia del disegno che del colore. Si possono riconoscere le influenze di diversi autori che amo molto, e dei personaggi di fumetti o cartoni animati antropomorfi, soprattutto degli anni 50/60. ».

Qualche nome? Guardando i tuoi disegni i primi che mi vengono in mente sono Gottfriedson e Mattioli.
«Esatto: Floyd Gottfriedson è uno dei miei preferiti in assoluto, ha un tratto meraviglioso... Massimo Mattioli è noto a molti ragazzi della nostra generazione grazie a Pinky, il coniglio fotoreporter che compariva sulle pagine del Giornalino, ma ha disegnato delle storie incredibili rimaste per lo più sconosciute, se non al pubblico degli appassionati e degli addetti ai lavori. Poi possiamo aggiungere i cartoni della Warner, di Hanna e Barbera, i lavori di alcuni autori Disney, i primi dello stesso Walt... Tra i più recenti trovo visivamente interessante anche l'animazione della Nickelodeon, caratterizzata da uno stile retrò. Un altro autore italiano che amo straordinariamente è Jacovitti. Da lui e da Mattioli ad esempio (ma è una caratteristica che accomuna anche tanti altri) ho preso il gusto per la sorpresa, per l'anticonvenzionale. Quando devo disegnare un personaggio, un oggetto, uno scenario penso prima al modo più comune con cui questo elemento potrebbe essere rappresentato e poi faccio esattamente il contrario. Il mio disegno deve poter sorprendere e colpire il lettore il più possibile, con idee messe nell'ultimo posto in cui ci si aspetterebbe di trovarle».

Altri studi per i personaggi della Graphic Novel

Come è nato il progetto di questo libro?
«Ho iniziato a pensare ad un soggetto tratto dai giochi di ruolo più o meno un paio di anni fa... Volevo proporre il progetto a un'altra casa editrice ma non se n'è fatto niente. Nel frattempo però ho avuto l'opportunità di collaborare con B Comics, un'antologia di fumetti romana, su invito di Maurizio Ceccato. Dopo quell'esperienza i ragazzi della Eris Edizioni hanno notato il mio stile, secondo loro maturo per una pubblicazione di più ampio respiro, ed ho proposto la mia idea.
Sono molto contento di lavorare per la Eris, è una casa editrice che valorizza autori giovani e molto interessanti: tra gli altri hanno pubblicato Nicholas De Cressy (che ha collaborato con Sylvain Chomet, l'autore di Appuntamento a Belleville), Alice Socal, Adam Tempesta, Michael Deforge, Joan Cornellà (che molti conosceranno tramite Facebook) e il monregalese Matteo Manera».

Per scrivere ti sei ispirato a qualche modello particolare?
«Direi di no, quasi esclusivamente le mie esperienze personali, i ricordi delle sessioni che facevo da adolescente... Non conosco nemmeno dei libri che potrebbero essere considerati dei modelli, dei precedenti. Eccezion fatta per un ciclo di racconti di George Martin, l'autore di Game of Thrones, che alcuni anni fa aveva inventato un gioco di ruolo insieme a un gruppo di amici e aveva trasformato le sessioni che facevano in altrettanti racconti (n.d.a. Si tratta di “Wild Cards”). In comune con il mio lavoro però ha solo il background legato al g.d.r. e il fatto di usare un gioco inventato. Pare che una scena del mio fumetto ricordi da vicino una sequenza di Brian di Nazareth dei Monty Python, ma non ho mai visto l'intero film quindi non la conoscevo».

Vorresti consigliare ai nostri lettori tre autori poco conosciuti che secondo te vale la pena di leggere?
«Direi Michel Deforge, che ho citato poco fa, un canadese poco conosciuto ma molto bravo e molto versatile: per ogni storia sceglie uno stile figurativo diverso, è un vero camaleonte della matita. Poi proporrei di esplorare Martoz (Alessandro Martorelli) e Fabio Tonetto: secondo me sono due disegnatori che hanno uno stile assolutamente unico».

Tavola realizzata da Lorenzo per il festival genovese "Gelati" del 2014.

In questi anni il fumetto ha finalmente vissuto un positivo processo di rivalutazione dal punto di vista culturale: in parole povere non è più considerato un genere di pura evasione, rivolto per lo più a un pubblico di ragazzini, come poteva essere anni fa, ma ne è stato riconosciuto il valore artistico e la possibilità di trattare con successo anche temi delicati e importanti. Il fumetto d’autore sta prendendo sempre più piede, forse anche perchè meno danneggiato, rispetto ad altre forme d’arte, dalla condivisione libera su internet. La mia impressione, però, è che in questi ultimi anni, forse grazie anche ai social e alla maggiore importanza dell’immagine come forma di comunicazione, il fumetto, e di conseguenza i fumettisti, stiano assumendo più visibilità e un nuovo ruolo. In molti casi sono visti, se non proprio come maître à penser, almeno come delle voci autorevoli. Alcuni si sono trasformati quasi in rockstar, con code chilometriche in qualunque incontro pubblico. Cosa pensi di questo fenomeno? Quanto pesa secondo te, in questa ondata di popolarità e interesse verso i fumettisti, il fatto che abbiano una capacità di esprimere concetti tramite il disegno che resta preclusa alla maggioranza delle persone, in un mondo sempre più affamato di comunicazione per immagini?
«Penso che sicuramente internet, e nella fattispecie i Social, abbiano cambiato profondamente il mondo del fumetto e soprattutto il modo in cui gli artisti si interfacciano con il pubblico. Abbiamo sicuramente più visibilità, le immagini sono più condivise e apprezzate di un testo scritto e possono diventare virali in poco tempo. Molti fumettisti sono bravi a sfruttare questo nuovo canale: alcuni addirittura si sono inventati, in un certo senso, delle forme di fumetto su misura per questo nuovo mezzo di comunicazione. Penso ad esempio a Zerocalcare con le sue tavole sul blog, a Maicol&Marco o a Joan Cornellà, che è diventato famoso in Italia applicando la tavola fumettistica al quadro. Sicuramente il fatto che la nostra società stia diventando sempre più legata alla comunicazione visiva fa sì che, in questo momento, chi scrive e disegna sia “sul pezzo” e quindi riesca ad attirare di più l’attenzione del pubblico».

"Deliziose Carogne" è un albo edito dal collettivo Lucha Libre nel novembre 2016.

Tributo ai Food fighters, giocattoli degli anni '80

Chirurgia Laser Difetto Visivo

Chirurgia laser per correggere il tuo difetto visivo: scopri se sei idoneo

Miopia, astigmatismo, ipermetropia, presbiopia - Non lasciare che la paura di togliere gli occhiali ti impedisca di fare le cose che ti piacciono: vieni l’8 e 19 aprile al Centro Abax di Cuneo per...

RI-FONDAZIONI: Raviola in SP, Gola in CRC e Robaldo punta al “tris”

Le ruote hanno girato in meno di 24 ore. «Mi lascio alle spalle otto anni di impegno in CRC e si apre una nuova sfida in Compagnia San Paolo». Lunedì 15 aprile Ezio Raviola...
Distretto di Mondovì, due nuovi medici di famiglia titolari

Due nuovi medici di famiglia per Garessio, Ormea e Mombarcaro

Dal 2 maggio si inseriranno due nuovi medici di medicina generale con massimale autolimitato a mille pazienti fino al conseguimento del diploma di formazione specifica in Medicina Generale: Dr.ssa Denise Barbiero con ambulatorio principale in...

Un grande impianto a biogas a Lequio Tanaro? Nasce il Comitato del “no”

Si leva il coro dei "no", a Lequio Tanaro, in relazione ad un progetto per la realizzazione di un impianto a biogas sui terreni adiacenti alla storica cascina "Pellerina", vicino alla Fondovalle Tanaro, sopra...

Lamentele per il distributore h24 all’Altipiano, il titolare: «Mi spiace. Chiuderemo tutte le notti...

Dopo un primo accordo con l'Amministrazione comunale - LEGGI QUI - e un successivo intervento politico del Centrodestra - LEGGI QUI -, il titolare del distributore automatico di snack e bevande di corso Italia...
Nord Sud Castello Cigliè

Nord vs Sud: la disfida dei vini “Al Castello” di Cigliè

Venerdì scorso si è svolto il secondo appuntamento delle “4 sere Al Castello” di Ciglié, con l’intero ristorante dedicato all’evento “Bolle al buio - Sicuri di essere grandi intenditori di bollicine?”, in cui vini...