Mentre aumentano, purtroppo, i caseggiati in stato di abbandono, specialmente sulle linee ferroviarie ormai dismesse, il caso di Margarita è invece decisamente in controtendenza. Rimasta “ferma con le quattro frecce” dopo la chiusura da parte delle Ferrovie della Mondovì-Cuneo, la storica stazione tornerà infatti a nuova vita, grazie all’interesse dell’intraprendente margaritese Emanuele Bella, che ha chiesto ed ottenuto la possibilità di ristrutturare e riutilizzare i locali, con un contratto di locazione.
Il mese scorso avevamo già incontrato Emanuele, il quale ci aveva illustrato il suo ambizioso progetto, ma ci aveva anche detto di essere in attesa che Ferservizi gli consegnasse le chiavi della struttura, per poterci finalmente entrare ed iniziare così i lavori. Adesso le Ferrovie hanno finalmente fornito le chiavi ad Emanuele e, in sua compagnia, venerdì pomeriggio siamo entrati per la prima volta nella grande stazione, costruita verso la fine del 1800. Il caseggiato necessita di alcuni interventi di recupero sia internamente sia esternamente, ma le condizioni della struttura appaiono tutto sommato buone. Passando di stanza in stanza, ci siamo così addentrati a poco a poco in un’epoca ormai passata. La biglietteria, il vecchio magazzino, la sala d’attesa, sono lì davanti ai nostri occhi, coperti di polvere, certo, ma ancora decisamente ben conservati. L’emozione è forte ed Emanuele ci mostra i vari locali con grande entusiasmo: «Le condizioni della stazione sono buone – ci spiega –. Una volta ripulito tutto, darò la tinta ovunque. In un mese di lavoro prevedo di restituire un aspetto completamente diverso all’intero caseggiato». Dopo aver passato in rassegna il piano terra, tramite una bellissima scala in pietra siamo saliti al primo piano, quello che era destinato all’abitazione del capostazione. Anche qui le camere appaiono “sane”, senza particolari problemi o infiltrazioni: «Gli interventi più importanti che dovrò fare – prosegue Emanuele – riguardano il posizionamento di alcuni coppi sul tetto, la sostituzione dei serramenti esterni e la messa a norma dell’impianto idraulico, mentre l’impianto elettrico è praticamente a posto. Già nei prossimi giorni inizierò a lavorare nella stazione. Mi piacerebbe concludere tutto nel minor tempo possibile, magari sperando che nel frattempo si riesca anche ad organizzare il passaggio di un treno storico sulla linea, che faccia una fermata proprio qui, a Margarita». Una volta recuperata, la stazione ospiterà il laboratorio per la smielatura e lo spaccio di vendita del miele della piccola azienda agricola di famiglia di Emanuele, ma non solo. Nel caseggiato troveranno spazio infatti un laboratorio per la forgiatura del ferro e la scultura del legno, una sala riunioni per le Associazioni e per laboratori teatrali, uno studio fotografico che organizzerà corsi di fotografia e una sala prove insonorizzata per la musica. «Con impegno, determinazione e voglia di lavorare – conclude Emanuele – vorrei restituire ai margaritesi un patrimonio storico e culturale importante, che rischiava altrimenti di andare perduto».