La scorsa settimana “L’Unione” svelava quali sono le ipotesi del Comune di Mondovì (QUI IL RIASSUNTO) per concorrere al bando della Fondazione CRC nell’ambito del cosiddetto “progetto-faro” del Monregalese. Questa settimana riceviamo e pubblichiamo un intervento molto interessante, firmato dall’architetto Lorenzo Mamino, che lancia un’idea diversa: riportare alla luce l’antica cattedrale della Cittadella, “cancellata” dai Savoia quando eressero la caserma.
Leggo su “L’Unione” le varie proposte per concorrere al bando di finanziamento per i “progetti - faro” della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. L’orizzonte mi pare piuttosto nebbioso. Le proposte sono tutte valide ma tutte un po’ sottotono, come se le varie Amministrazioni avessero paura ad osare più dei programmi già in atto e che già a fatica stanno portando avanti. La titubanza che ne viene fuori è certamente comprensibile, però la cifra da assegnare (due milioni di euro per ciascuna area) è considerevole e l’occasione non va sottovalutata. Il bando della Fondazione credo fosse in cerca di una idea un po’ fuori dall’ordinario, per creare un motivo di attrazione in più anche al turismo che si stenta a far arrivare (ad Alba no, ma a Mondovì sì).
Tempo fa avevo sentito parlare (e se ne era scritto anche sui giornali) del recupero della Cittadella per darla in gestione all’Istituto Alberghiero. L’idea mi pareva e mi pare di livello più alto. Tutti sanno che in Cittadella la Città di Mondovì, la Diocesi, con il concorso dell’allora Distretto dei Comuni vicini erano riusciti a costruire un Duomo enorme, rispondente alle aspettative che Mondovì in quel momento aveva, di diventare capitale del Ducato Sabaudo. Un Duomo grande come quello di Torino, consacrato nel 1514, forse la più bella chiesa all’epoca in Piemonte.
Questo Duomo, poi abbattuto già a fine Cinquecento per far posto ad una guarnigione di circa 600 soldati, è però ancora in gran parte inglobato in due edifici a caserma a destra e a sinistra di uno dei cortili. Esistono due delle tre navate della chiesa quasi intatte. Perché non lanciare l’idea di salvare almeno questa parte della Cittadella e di mettervi qualcosa che sia a mezzo tra la cultura e il cibo, come dilatazione del Polo culturale che il Comune vorrebbe costituire alle Orfane, appena sotto? Io credo che questa idea sarebbe più rispondente alle finalità del bando e, anche, forse, nuovamente a vantaggio di un territorio più vasto che, bene o male, converge ancora su Mondovì.
Lorenzo Mamino