Nel 2014, nel circuito di cinema italiani che portano sul grande schermo i prodotti più interessanti dell'animazione giapponese, era apparso il mediometraggio di un giovane regista, intitolato Il giardino delle parole. Un'oretta per raccontare la storia di uno studente, che passa il proprio tempo disegnando scarpe, con il sogno di diventare un calzolaio, e che, in un giorno piovoso, incontra in un giardino pubblico una misteriosa ragazza, di una decina d'anni più grande di lui. I due tornano misteriosamente a incontrarsi, nello stesso luogo, ogni volta che la pioggia torna a scendere sulla città. Il film è una classica storia giapponese, fatta di ritrosie, mistero, sottile indagine psicologica, tempi lunghi, attenzione maniacale per il dettaglio. Lo stile del disegno era tra gli elementi che più colpivano l’attenzione dello spettatore: grazie all’uso della CGI il regista era riuscito a ottenere immagini estremamente realistiche, in bilico tra disegno e fotografia.
https://www.youtube.com/watch?v=49ufwE8vcY8
Un paio di anni dopo, ad agosto 2016, dal Giappone ha iniziato a circolare nei cinema e nelle rassegne di tutto il mondo, mietendo un successo planetario, Your Name. Gli spettatori del Giardino non ne sono rimasti sorpresi, avendo riconosciuto immediatamente il nome del regista: Makoto Shinkai. L'autore dell'idillio urbano tra il giovane calzolaio e la donna del mistero ha conquistato la consacrazione nel suo paese e nel mondo, grazie a una storia che racconta del curioso legame che si instaura tra un ragazzo e una ragazza, costretti a passare una giornata l'uno nel corpo dell'altra. Si parte da qui per un viaggio abbastanza imprevedibile: a un certo punto il film prende una direzione completamente inaspettata, come un treno che cambi completamente binario e si diriga verso paesaggi e destinazioni ignote. Quella che per molti, e per lo stesso regista, è la debolezza del film, ovvero lo squilibrio della sceneggiatura, è, a parere di chi scrive, il suo punto di forza principale. Sorprende lo spettatore cambiando completamente le carte in tavola e trasformando quella che all'inizio sembrava una classica commediola sullo scambio di identità in un... non ve lo rivelerò, tranquilli.
https://www.youtube.com/watch?v=ZOdDIz2lFLQ
Dirò invece che, per chi Your Name l'ha già visto ed amato, si presenta l'occasione di passare ancora una serata in compagnia del cinema di Shinkai. L'11 e il 12 aprile Nexo Digital e Dynit proietteranno in alcune sale (in zona lo daranno Cinelandia di Borgo San Dalmazzo e l'Impero di Bra) Oltre le nuvole, il luogo promessoci, il film con cui Shinkai ha debuttato nel 2004. Oltre le nuvole non ha, come si può del resto immaginare, la ricchezza del suo lavoro più recente, ma presenta già, ben riconoscibili, tutte le caratteristiche della poetica del suo autore. Il particolarissimo stile grafico, una narrazione lenta, l'attenzione certosina per i particolari, la profonda introspezione dei personaggi. In questo primo film Shinkai utilizza lo stesso espediente narrativo che riutilizzerà in seguito nel fortunato titolo del 2016: mescola in modo creativo realtà e fantasia, sia per quanto riguarda l'innesto di elementi del sovrannaturale in una narrazione estremamente realistica, sia per quanto riguarda l'introduzione nella trama di fatti storici inventati. In O.L.N. dopo la seconda guerra mondiale il Giappone viene spartito tra Stati Uniti e U.R.S.S., esattamente come successe alla Germania nella realtà. Negli anni 90' i due tronconi vengono riuniti, con la sola eccezione dell'isola di Hokkaido, che resta territorio sovietico. Lì vivono tre ragazzini, Hiroki, Takuja e Sayuri, che sognano di costruire un aereo per volare vicino alla misteriosa torre di Ezu, l'edificio più alto dell'intera isola. I tre crescono, le circostanze della vita li dividono e si perdono di vista. Nessuno dei tre scorda l'antico sogno, e l'ossessione per la torre. Da qui parte un'avventura tra passato e presente, attraverso le fila della fantastoria e di una profonda amicizia.