Dogliani Castello: la rinascita passa dai B&B

Dal prossimo anno i posti-letto potrebbero essere una trentina.

Ormai da tempo ci si interroga su quale possa essere il futuro di tanti centri storici, magari con il tempo abbandonati, spopolati e privi di una spinta propulsiva che possa far guardare al domani con rinnovata fiducia. A Dogliani, ormai da tempo, esiste un Comitato che, partendo dalle cose semplici, è riuscito ad alimentare entusiasmo in uno dei quartieri più antichi, borgo Castello. Volontari che hanno a cuore il luogo dove vivono, lo vogliono bello, ordinato, colorato: è da queste semplici cose che il Comitato “Castello c’è” è partito per rianimare un borgo con tanta storia. E pian piano quelle piccole strade e piazze sono rifiorite, grazie a tante iniziative in grado di coinvolgere giovani e meno giovani. Ma ora c’è da interrogarsi sul futuro. «La rinascita di un borgo passa anche dalla capacità di attrarre persone – spiega Antonio “Bibi” Maggiore, consigliere di “Castello c’è” –, curando l’arredo urbano e l’accoglienza turistica. Nel nostro borgo tutto questo è in parte già avvenuto: molte vie e contrade sono cambiate, migliorando la loro capacità attrattiva con proposte particolarmente efficaci e creative. Ora la nuova sfida è continuare su questa strada potenziando e agevolando lo sviluppo di strutture di accoglienza capaci di attrarre un turismo qualificato, attento e rispettoso delle nostre tradizioni». Obiettivo? Far sì che Castello possa essere una meta ambita per i turisti, in particolare quelli stranieri, che tanto amano le nostre Langhe, anche grazie all’incentivo rappresentato dall’Unesco. «Fortunatamente in questi mesi si assiste ad un cambio di passo – continua “Bibi” – con il fiorire di “Bed&Breakfast”, anche in un centro storico. L’ideale è che queste scelte imprenditoriali private possano avere una connotazione particolare per quanto riguarda il nostro rione. Per questo abbiamo lanciato l’idea delle “Case di contrada”, strutture che, oltre a riqualificare il centro storico, sono in grado di attrarre un turismo desideroso di riscoprire le belle atmosfere delle contrade italiane. Tutto questo sta accadendo a Castello e, secondo noi, questi cambiamenti potrebbero rappresentare il vero volàno per la rinascita di un paese. Le possibilità per una clamorosa ed inaspettata crescita turistica sono reali: un’ottima proposta eno-gastronomica, con tre ristoranti capaci di proporre cucine diverse e tra loro alternative, un centro storico particolarmente gradevole con pochissimo traffico veicolare, una vivace presenza di Associazioni di volontariato, vini di territorio meravigliosi e, non ultimo, un progetto di recupero nell’area dell’importante complesso architettonico del Sacra Famiglia». «Ma il vero fulcro economico – dice ancora Maggiore – sarebbe una rinnovata capacità di accoglienza, con qualificate strutture turistiche: in questi ultimi tempi abbiamo notato importanti passi avanti in questo senso, alcuni già esistono, altri sono in via di completamento, per altri ancora ci sono progetti avviati. Insomma, stiamo parlando di circa 25/30 posti letto disponibili a partire dal prossimo anno, quando si concluderanno le varie ristrutturazioni in corso. Ed ecco che il concetto di “Case di contrada” per Castello calza alla perfezione: sappiamo bene che i turisti in Langa cercano qualcosa di diverso, un contatto più vivo e vero con il borgo, con le sue peculiarità, fatto di una cultura contadina unica e di un rapporto stretto con tutto ciò che è “contrada”. Chi viene qui cerca semplicità e un legame genuino con la gente che li ospita. E noi possiamo darglielo, fedeli al motto “voi come noi e noi come voi”». «Un concetto che la nostra Amministrazione condivide – è il commento del sindaco, Franco Paruzzo –. La nostra forza sono certamente i luoghi, i prodotti, la cultura, ma è la gente di Dogliani a fare la differenza. Staremo sempre a fianco di chi si rimbocca le maniche per fare qualcosa per il proprio paese e non metteremo certo i “bastoni tra le ruote” a chi decide di investire nel turismo». «Certo la strada è ancora lunga – conclude “Bibi” –, ma se analizziamo con obiettività quanto sinora fatto, possiamo essere ottimisti. Chissà che non ci sia anche un imprenditore particolarmente illuminato e sufficientemente determinato che abbia voglia di scommettere sul borgo con l’apertura di un Circolo, di un bar, di un piccolo bistrot, di un simpatico chioschetto o di una cremeria… Proviamo a progettare un futuro di accoglienza e di apertura verso un turismo nuovo, capace di apprezzare luoghi unici, raccolti e pieni di fascino. “Le Case di contrada” di Castello possono essere un “brand” vincente e diventare davvero un simbolo di questa rinascita».

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