Tutto era cominciato da una proposta in seno all’Unione montana Valli Monregalesi. Oggi, quella semplice richiesta partita dal consigliere Michele Valsecchi è diventata un appello condiviso, una lettera aperta che il territorio rivolge allo Stato. Un’istanza sottoscritta da 42 Comuni: la voce di oltre 40 mila persone. La richiesta? Quella di potersi tenere, per i prossimi cinque anni, la quota Imu che in genere i Comuni di montagna restituiscono allo Stato: il noto Fondo di solidarietà comunale, che, sebbene basato su un criterio condivisibile, nella sua applicazione pratica si traduce spesso in un meccanismo perverso, che, direbbe qualche amministratore di montagna, “toglie ai poveri per dare ai ricchi”. In che senso? I Comuni con molte seconde case, seppur piccoli e spesso tagliati fuori da altre forme di aiuto statale, si trovano a dover “restituire” allo Stato buona parte del gettito Imu, che l’Italia destina a Comuni con poche seconde case. Nella fattispecie, si toglie a Pamparato, a Montaldo, a Roburent, ad esempio, per dare ai grandi centri urbani. Un Fondo di solidarietà poco solidale, contro cui da tempo si battono i piccoli Comuni di montagna. Ma quest’anno, alla luce dei danni dell’alluvione dello scorso 24 novembre, la richiesta è precisa: lasciateci l’Imu senza decurtarci il Fondo di solidarietà e noi provvederemo alla prevenzione idrogeologica. La richiesta farà il suo corso, ma per accoglierla sarà necessario un intervento legislativo.
«Siamo noi ad aver bisogno della solidarietà»
«Per far fronte agli eventi atmosferici che negli ultimi anni si stanno ripetendo con sempre maggior frequenza – spiega il presidente Gianrenzo Taravello nella lettera inviata al ministro Costa –, investire nella prevenzione è diventata una necessità urgente. Occorre lavorare su tutto il territorio montano per limitare al massimo i danni e garantire la pubblica incolumità, cercando anche di arginare il fenomeno dello spopolamento». Se lo Stato accoglierà la proposta, i Comuni interessati si impegnano a versare per cinque anni alle rispettive Unioni la somma corrispondente al Fondo di Solidarietà, che verrà però impegnata per la sistemazione del territorio. «Mi auguro – conclude Taravello – che la strada sia praticabile. In un momento in cui i soldi sono sempre meno, credo che sia giusto che questi soldi, raccolti sul territorio, rimangano sul territorio». Tutte le delibere delle Unioni coinvolte sono state trasmesse al Ministero per gli Affari regionali: sembra che una simile proposta sia stata attivata per i Comuni terremotati, ma che, al momento, non sia prevista per quelli alluvionati. «Non mi aspettavo una così ampia adesione alla proposta – commenta il consigliere Michele Valsecchi –. Ma si tratta di una richiesta che viene da tutto il territorio: mi auguro che una voce così compatta possa far capire al Governo che in questo momento sono i nostri Comuni ad aver bisogno della solidarietà».