Piotr Peribowskij festeggia il suo primo compleanno, sembra paradossale per uno splendido cinquantenne, ma il nuovo spettacolo "Ecco" giunge ad un anno esatto dall’esordio del personaggio, un periodo decisamente intenso per lui che ha visto moltissimi amici musicisti accompagnarlo, avvicendandosi e riproponendosi in base alle disponibilità e alle concomitanze, suonatori che Piotr alias Giampiero Gregorio ha raccolto nelle sue molteplici vite, partendo dal cortile del Borgato suo rione natio, proseguendo per le scuole di musica della città, continuando nei concerti a teatro o all’aperto nelle piazze di provincia e della Francia, fino ad arrivare al Sudamerica con le Milonghe di Buenos Aires che ha ricostruito nelle sale da ballo del Monregalese, tornando infine alle bocciofile, non quelle recintate però ma quelle di strada per le bocce quadre, che rotolando o non rotolando a lui piacciono di più. Ci sono tutti questi elementi nel suo spettacolo, compreso chi lo ha ispirato nel corso degli anni e che giustamente viene omaggiato, da Lucio Dalla agli Skiantos, da Vecchioni a Ligabue, in alternanza ai brani scritti di suo pugno, composizioni personali in cui si racconta, col suo stile scanzonato ma malinconico, romantico e ironico, proposto con sentimento, spaziando agilmente e con vivacità dalla ninna nanna più intima all’inno delle bocce quadre per le grandi masse, dai brani in piemontese delle radici ai suoni contemporanei, il tutto equilibrato e reso sostanzioso dalla voce narrante della brava Elena Griseri a cui spetta il compito di comporre il mosaico della storia di Piotr.
Infatti i frammenti della vita di Piotr sono visti come tessere di un Puzzle: che a volte si incastrano alla perfezione, e sono i ricordi più felici, e a volte necessitano di uno sforzo per combaciare, rappresentanti i momenti più dolorosi e riflessivi; essi sono naturalmente collegati alle canzoni, legate poi tra di loro dalle parti narrate, cominciando col primo tassello “Ho messo via” di Ligabue apertura del concerto e proseguendo tra gli altri con “Giudizi universali” di Bersani e “La valigia dell’attore” di De Gregori , intervallati dai pezzi scritti di suo pugno, divertenti e colmi di sentimento, che regalano atmosfere alla Paolo Conte, per scomodare un’ altro mostro sacro, arrivando all’ultima tessera del Puzzle la “Viola d’inverno” metaforica finta conclusione del concerto prima che il colpo di scena finale a lasci tutti di stucco, pubblico e musicisti compresi.
https://www.youtube.com/watch?v=Oq0MWzTe0Vs
Uno spettacolo che in poco meno di due ore riesce a racchiudere la vita di una persona, che ci viene proposta come un invito a cena a casa di un amico a cui è venuta voglia a un certo punto di raccontare la sua storia, senza prendersi sul serio, lasciandoci rapiti ad ascoltarlo, immedesimandoci e provando empatia, perché tutti abbiamo un passato che ricordiamo vicino ma che rivissuto con calma passo dopo passo riscopriamo realmente distante, e gli attimi trascorsi a ripercorrerlo sembrano uscire fuori dalla dimensione del tempo consueta.
Oltre a Piotr Peribowskij alter ego di Giampiero Gregorio troviamo gli Altri trovatori, più che validi esponenti della scena locale, elementi importantissimi dello spettacolo dalla solida voce narrante di Elena Griseri agli abili e affiatati musicisti dalla tecnica impeccabile; per gli strumenti a corda Paolo Turco al basso, Marco Marenco ai chitarrini, Igor Giuffrè alla chitarra elettrica e Simona Mana alle armonie del violino, alla batteria Renzo Coniglio, Marco Racca ai fiati, pianoforte e fisarmonica.