Finalmente è stato detto. Lo si era intuito, lo avevamo anche scritto. Ma oggi il sindaco ha detto chiaramente il perché è slitttata la revisione del Piano regolatore: «Non c'erano le condizioni politiche per approvarlo». Tradotto: se lo si fosse portato in Consiglio comunale, c'era il rischio che non passasse. Perché?
L'affermazione viene a galla venerdì 12 maggio, nella conferenza stampa di presentazione della bozza tecnica. Il più importante strumento di pianificazione urbanistica non è stato rinviato solo per i tempi tecnici, ma anche (e forse – diciamo noi – soprattutto) perché il Consiglio comunale non era d'accordo. Una cosa che non è del tutto inedita: lo stesso gruppo di maggioranza “Mondovì Oltre” aveva esplicitamente chiesto di farlo slittare nelle mani del sindaco che verrà. Ma è la prima volta che, come ha detto l'assessore all'urbanistica Emanuele Rossi, viene a galla che nell'ambito delle riunioni della Commissione, «nessun consigliere ha chiesto di approvarlo entro questo mandato».
I tempi tecnici c'erano: a partire da marzo, lo Studio Gambino di Torino era pronto a presentare ai consiglieri la bozza tecnica. Che, se approvata, avrebbe fissato almeno le clausole di salvaguardia sul blocco alle nuove costruzioni. Cosa non ha consentito la mancanza di queste condizioni, e quali sono davvero i punti su cui il Consiglio comunale avrebbe potuto opporsi?
Mondovì, ecco perché il Piano regolatore è stato fatto slittare: «Non c’erano le condizioni politiche per approvarlo»
Il più importante strumento di pianificazione urbanistica non è stato rinviato solo per i tempi tecnici: c'era il rischio di una bocciatura del Consiglio?