C'è quello che ama i western, quello che adora i film di mafia. Una che legge tutti i classici tedeschi in lingua originale, l'altro che è più made in USA. Nei loro stereo spopolano i Queen (vinci facile, Freddie) e De Andrè.
«Non diteci cosa fate: vogliamo sapere chi siete».
Glie l’abbiamo chiesto, a tutti e cinque, perché in fin dei conti sono persone. E le persone hanno sempre i propri gusti. Siccome qua non parliamo di gelati, gli abbiamo chiesto di esprimersi in senso artistico: musica, cinema, letteratura. Cosa c’entra col programma elettorale? O con la politica, con le elezioni? Un bel niente. Ma non possiamo pensare che una persona sia solo un insieme di slogan su pianiregolatori, asfalti e scuole da rifare.
Buona lettura.
Donatella Garello: gusti ricercati
Si definisce «lettrice onnivora fin da quando ero bambina. La lettura è la mia passione più grande». Dai fumetti di Topolino e Tex ai romanzi alla Salgari, per finire con Pirandello e Calvino. Ha esplorato in lungo e in largo la letteratura teutonica in lingua originale (è insegnante di tedesco): Goethe, Novalis, Mann, Musil, Kafka, Wolf. «Il libro più importante della mia vita: “Cent’anni di solitudine”. Generalmente, non appena trovo un autore che mi piace, leggo tutti i suoi libri: Marquez, Allende, Lessing. Amo le poesie di Merini, Szymborska e della giapponese Yoshimoto». L’elenco che ci fornisce è lunghissimo… non ce ne voglia se tagliamo qui. Musica: c’è il lato italiano (Battisti, De Gregori, Bennato, Mia Martini) e quello rock (Stones, Simon&Garfunkel, Genesis, Queen, perfino i Coldplay). Ma poi cita anche musica classica, Bregovic e l’opera. Sul cinema, va di commedia tra “Blues Brothers” e “La stangata”. E poi aggiunge: “Jesus Christ Superstar”.
Paolo Adriano: eclettico
Dice di avere “gusti musicali antichi”: «Dire Straits, Eagles e Inti Illimani, ma quelli “prima maniera”». Ma oltre ad Abba, Santana, Pino Daniele e De Andrè c’è anche tutto un lato moderno e commerciale: Shakira, Ivan Graziani e Fabri Fibra. Sul cinema… fa una premessa: «Da quando sono papà, non sono più andato al cinema, se non a vedere “Frozen”, “Paw Patrol”». Ma ama i grandi classici all’italiana (i primi “Fantozzi”, Abatantuono, “Amici miei”) e le fiction. Ci fa una confessione che ci chiede di non riportare: «Non dite che guardo… », e va bene, non lo diremo. «E tutti i film e serie sulla mafia: “100 giorni a Palermo”, “Il divo”. Ho visto tutti quelli su Falcone e Borsellino, tutta la serie de "La piovra” e “Narcos” su Netflix». Libri: Saviano, Gratteri, Tabucchi. Un tempo il top era Gabo Marquez. «Da sei mesi a questa parte leggo solo roba sulla politica. L’ultimo? “Contro venti e maree” di Letta».
Giuliano Bessone: quasi classico
Per quanto riguarda la musica, dice di avere «una venerazione per Battiato», anzi “il maestro Battiato”, ma di «essere cresciuto consumando “Innuendo” dei Queen (e buona parte del loro repertorio)». La mamma lo portava da piccolo a vedere le opere liriche: «Ancora adesso quando sento l'assolo del Rigoletto mi viene la pelle d’oca». In quanto a gusti letterari, adora le biografie di personaggi storici: «Da Lenin a Mussolini, da Vittorio Emanuele II a Napoleone». Infine, ci parla di cinema: «Ho visto 2375 volte “C'era una volta in America”, Sergio Leone è il mio regista preferito». Passa dagli spaghetti-western ai… fagioli-western della saga di Trinità e Fantozzi. Scena preferita: «La partita da biliardo» (quella del «…tiri, coglionazzo!», avete presente?). Nota finale: «Dimenticavo il “non mi piace”: il circo. Tanto più quello con animali».
Stefano Tarolli: a stelle e strisce
Chi lo conosce, sa da tempo la sua passione per la politica statunitense (sul muro alle spalle della sua scrivania troneggia la “prima” del Times sulla vittoria di Obama), per cui non stupisce che fra i suoi film preferiti indica: “Bobby”, la pellicola di Estevez sull’assassinio di Kennedy. A parte questo, si va sugli evergreen: «“Gli intoccabili” e “Apocalypse Now”». Sulle letture, indica tre nomi: “Il grande Gatsby” di F.S. Fitzgerald, “I miserabili” di Hugo e “Il deserto dei Tartari” di Buzzati. Ci svela anche i suoi gusti in fatto di arte (impressionismo ed espressionismo) e sulla musica tiene fede al profilo: REM, De Andrè… e indovinate un po’? Sì, appunto: Bruce Springsteen. “Born in the USA”.
(Daniela Oggerino non ha voluto rispondere dicendo che «non approva»)
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