Il colpo di coda di Jack Sparrow: Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar

Squali zombie, ghigliottine danzanti e vascelli che entrano ed escono da maledizioni e inferi in una storia frizzante che ritorna alle origini

TRAMA

Il giovane studioso Henry Turner figlio di Will, vuole liberare il padre dal maleficio che lo lega alla nave l’Olandese Volante, l’unico modo per farlo è trovare il tridente di Poseidone in grado di spezzare tutte le maledizioni del mare, parte dunque alla ricerca di Jack Sparrow per chiederne l’aiuto, ma la nave della Marina Britannica su cui presta servizio viene attaccata nel Triangolo del Diavolo dal capitano fantasma Salazar, che lo risparmia solo per permettergli di avvisare Jack che lui sta arrivando per vendicarsi. Sull’isola di Saint Martin l’astrologa Carina è condannata alla ghigliottina per eresia insieme con Jack colpevole di aver svaligiato la banca, in aiuto dei due giunge Will che dopo averli liberati stringe con loro un accordo, alleanza che formano anche Salazar e Barbosa a caccia della flotta di Sparrow.

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Quando uscì La maledizione della prima luna le avventure marinaresche erano in una fase di flessione, stagnanti in acque basse e mancanza di vento, tentare di rilanciarle poteva essere un azzardo, il materiale classico proveniente dalla letteratura, soprattutto per ragazzi, era stato prelevato praticamente tutto lasciando vuoto il magazzino delle idee e inflazionando il genere, c’era bisogno di un personaggio nuovo che potesse rilanciarlo; ecco dunque nascere Jack Sparrow, pirata dal fascino vagamente esotico, strampalato nelle movenze, ironico e indipendente, allucinato e amante della bottiglia, una rock star del ‘600, e proprio al chitarrista dei Rolling Stones Keith Richards si è ispirato Johnny Depp interprete e creatore del personaggio che è ormai è divenuto come una seconda pelle per lui; raro caso di figura trainante nata dal cinema negli ultimi tempi, può piacere o meno ma sicuramente con il suo carisma ha risvegliato l’interesse e sovvertito le gerarchie della serie che lo relegavano inizialmente ad un ruolo secondario.

C’è una decisa inversione di tendenza rispetto allo scialbo quarto capitolo, si torna a ripercorrere le rotte che sono state la fortuna dei primi film, forse per l’ultima volta, con una trama che corre veloce come un TGV francese senza però andare fuori giri e non cadendo in momenti di stanca, evitando di inciampare in scene troppo frenetiche e seguendo una narrazione comprensibile; i personaggi più longevi della serie sono molto ben caratterizzati, assai felice la scelta dei villain con interpreti d’alto livello come Javier Bardem, uno spietato dai modi educati, con la vendetta come atto d’onore e animato da nobili principi, e il già noto ed eccellente Geoffrey Rush, entrambi soggetti dinamici non ancorati alla posizione che ricoprono in un canovaccio avvincente ed esteticamente piacevole per gli occhi; un susseguirsi di momenti di tensione e divertenti battute che potranno cogliere soprattutto gli adulti in un film ideato per tutti, non esente da difetti, come le scene eccessivamente esagerate, le scopiazzature o il già visto e la riproposizione una giovane coppia troppo simile a quella dei primi film, fattori che possono irritare il pubblico più maturo, ma su cui si può sorvolare considerandoli come una tassa per potersi permettere di confezionare un prodotto godibile, senza costringere la libertà creativa in troppa logica. Alla regia troviamo gli scandinavi Ronning e Sandberg che avevano maturato esperienza nelle avventure marinaresche con Kon – Tiki candidato all’oscar come miglior film straniero nel 2013 e completamente dimenticato dalla distribuzione italiana, ora con questo lavoro si tuffano nell'intrattenimento per famiglie, di cui questo tipo di pellicole può tornare ad essere un'alternativa valida alle commedie, alle trasposizione fiabesche e all’animazione digitale.

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