Studenti di Mondovì impegnati nel volontariato: «Questi ragazzi sono una forza della natura»

Grazie al progetto di Caritas e Cittadella della carità. 

La tematica dei giovani è sempre più oggetto di dibattito, stretta tra coloro che caldeggiano le opportunità delle nuove generazioni e coloro che, sempre più numerosi, fanno a gara nel trovare acronimi per categorizzare, spesso in negativo, la loro condizione. La fotografia mediatica che emerge è di una generazione “overbooking”, piena di impegni: tra scuola, attività pomeridiane, appartenenza a gruppi sportivi ed artistici. Spesso rimane poco tempo per le relazioni con gli amici, a volte intermediate dai social network, che rappresentano uno tra i principali riferimenti di vita. In questo scenario le attività di volontariato non sempre sono ben viste perché comportano l’aggiunta di un altro carico di responsabilità, con la necessità di adeguarsi ad orari, persone di età e contesti diversi. Soprattutto non sono redditizie, in una società per cui la gratuità non è un valore, ma una fatica inutile. I giovani sono indubbiamente chiamati a conformarsi al mondo frenetico che li circonda, con tutte le insidie che spesso nasconde. Siamo sempre più interpellati da quelli che sono fenomeni in rapida diffusione: spesso assistiamo inermi a quello che accade, atteggiamento pericoloso, perché è proprio in questo momento che devono essere potenziati gli sforzi di comprensione e di azione.

Da alcuni anni ormai la Caritas di Mondovì si fa promotrice di “Scuola e Volontariato”, un progetto inizialmente proposto all’Istituto “Baruffi” che ha visto nel tempo coinvolgere un numero sempre maggiore di studenti. Da quest’anno la collaborazione si è allargata all’Istituto “Giolitti-Bellisario”, chiamando a raccolta oltre 50 giovani impegnati tra stage e progetti scolastici. Ma tant’è, questi giovani sono una forza della natura. Le attività previste si svolgono nei locali della “Cittadella della carità” a Breo (supporto al Centro di aiuto alla vita e alla mensa serale) e presso enti partner, attraverso accordi che prevedono 40 ore di servizio ai fini del rilascio del credito formativo. Tra le possibilità di esperienze all’esterno, notevole successo ha avuto il doposcuola, presso le Elementari e Medie della città: grazie alla collaborazione tra tutor Caritas e gli insegnanti referenti, i giovani hanno assicurato lo sviluppo ed il rafforzamento del servizio. Gli altri enti coinvolti sono il Volontariato Vincenziano, attraverso il servizio di distribuzione e di raccolta vestiario, il Centro diurno di Mondovì e la Comunità “Cascina Solaro”, al cui interno sono previste attività di socializzazione e di animazione degli utenti. Ogni anno è bello percepire da questi giovani l’importanza del valore della relazione che si instaura con le persone, reali, che incontrano. Persone che hanno vissuti non facili, ma il cui contatto è un’esperienza che arricchisce. “Ci siamo divertiti aiutando!”, hanno detto i giovani volontari: un aiuto reciproco che getta ponti di solidarietà ed una consapevolezza sull’esistenza di povertà non soltanto materiali, ma esistenziali.

Sono davvero tantissimi e non possiamo citarli tutti, questi giovani: come Vittoria e Giorgia, che hanno esaurito le ore previste in neanche tre mesi, sacrificando nel periodo natalizio alcune ore ai propri impegni personali; come coloro che hanno allietato con la loro presenza le gite e gli appuntamenti di “Cascina Solaro” e i corsi dei ragazzi disabili del Centro diurno, imparando la bellezza del semplice condividere del tempo insieme. Come Gemila, Angela, Matilde, Alessia, Monica, che hanno scelto di svolgere per il secondo anno l’esperienza, con la consapevolezza di come questa possa comportare rinunce e sacrifici. Come Emilia, studentessa con la maturità alle porte: nonostante il progetto non fosse stato presentato nella sua classe, ha chiesto comunque di poterne fare parte, per il secondo anno. Oppure come Alfio, che pur avendo finito le ore previste, continua a prestare attività ininterrottamente da due anni, perché oltre l’obbligo, la solidarietà rimane, forte.
Grazie ai giovani del “Giolitti - Bellisario”, coinvolti tra impegni scolastici e stage, eppure presenti ed entusiasti. A coloro come Simone e Valentina, che non solo hanno scelto un servizio, ma hanno voluto sperimentarne altri, per capire le forme di disagio sul territorio in tutte le sue sfaccettature. A quanti ci chiedono se è possibile poterlo rifare il prossimo anno, perché si sono instaurate delle relazioni con gli utenti e perché hanno scoperto la “felicità nel dare una mano” e nel “sentirsi utili per qualcuno”. Un grazie che estendiamo a tutti coloro che hanno collaborato, dalle prof.sse Franca Danni e Diana Danna e ai rispettivi Istituti e ai referenti delle varie attività che li hanno accolti, formandoli e dando loro fiducia. Accogliere giovani alle prime armi spesso non è facile: eppure questi giovani con modi, sensibilità e talenti diversi si sono resi parte integrante del servizio che hanno scelto, arricchendolo a loro volta.
Serena Langhetti  (Caritas)

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