di VALENTINA COLONNA
Pierangela Rossi, nata a Gallarate (Va), vive a Milano. Scrive per Avvenire e collabora a Studi Cattolici e ai Laboratori di Poesia di A. Canzian. Oltre che critica letteraria è critica d'arte. Ha pubblicato, di poesia, la plaquette "Conchiglie" (1993) e i volumi "Coclea e Kata" (Campanotto, 2000), "Zabargad" (Book editore, 2001), "Crisolito" (sulla rivista "Steve" numeri 24, 25, 26, nel 2002-2003), "Kairos" (Aragno, 2007), "Zenit" (Raffaelli, 2013), "Ali di colomba" (Campanotto, 2013), "Punti d'amore" (Campanotto, 2013),"A Paolo" (pulcinoelefante, 2014), "A Paolo" (M.me Webb, 2015), i volumi di versi "Carte del tempo" (Campanotto, 2015) e "Avventure di un corpoanima " (puntoacapo, 2017). Ha anche pubblicato un libro di poetica, "Intorno alla poesia" (Campanotto, 2013), e il poema "Euridice" (sulla rivista "Incroci" secondo semestre del 2013). Autrice molto produttiva, ha una scrittura raffinata e che tende al filosofico, a partire dalla materia per innalzarsi all'anima che la compone.
tu eri l'oro maturo
io ero
la luna nera
che ti mancava
per amore ci siamo amati
per ridestarci fusi
al chiaroscuro una sera
occhi negli occhi belli,
castani
7 maggio 1984
***
il tuo corpo a me si fa parola
o più sintagma e cerco
le sillabe che illudono il nulla
congruente ancora
di numerose sedi metonimiche
assumendo a proprio evento i ritmi circadiani
a retroverso e crittografata
tu cominciavi dove io finivo
Pierangela Rossi, Avventure di un corpoanima, puntoacapo, 2017
Cos’è per te la musica della poesia?
«Surtout de la musique» diceva Valéry. Ogni poesia o ogni raccolta ha un suo seme musicale, che viene diretto dall'ispirazione assecondata.
La lettura (ad alta voce) del testo poetico: qual è secondo te il rapporto della voce col testo e come definiresti il tuo “modo” di leggere?
La voce il testo sono due cose diverse. La poesia va letta soprattutto dentro di sé.
Come definiresti (se possibile) o descriveresti la poesia e il suo rapporto con le altre arti?
Lo si vede solo col definirsi e il passare del tempo storico: allora si chiarisce.
Sei poetessa, critica e giornalista per una nota testata nazionale. La scelta delle parole nelle tue poesie è minuziosa, ricercata: hanno un po’ la fattezza di un bel gioiello lavorato. Come si svolge il tuo laboratorio di scrittura? E come si combina quello poetico con quello giornalistico?
Quanto alla sinestesia con le altre arti la si vede solo col definirsi e il passare del tempo storico: allora si chiarisce.
Alla luce della tua attività critica, come reputi lo stato attuale del panorama poetico contemporaneo? E cosa suggeriresti a un giovane autore?
La scelta delle parole nella poesia e nella critica è quasi obbligata. Risponde a un'esigenza di concentrazione nella poesia e di armonia nella critica, aderente il più possibile a far amare il testo o quantomeno a comprenderlo.