TRAMA
All’indomani della “Battaglia di New York” (The Avengers ), la squadra di operai capeggiata da Adrien Toomes è incaricata di ripulire la città, ma i lavori vengono interrotti dal Dipartimento di Stato, per rientrare nelle spese Toomes decide di rubare alcune armi aliene da rivendere alla malavita. Otto anni dopo troviamo Peter Parker/Spider-Man reduce dalla prima missione con gli Avengers; impegnato tra scuola, amici, gare accademiche e piccoli missioni da super eroe di quartiere, è in fervente attesa della sua prossima missione, ma Tony Sparks/Iron Man suo tutore è ancora restio nell’incorporarlo nella squadra in quanto ancora acerbo; nel frattempo Spidey si imbatte nello smercio illegale di armi di Toomes e comincia una missione solitaria.
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E’ necessario fare un po’ di ordine per capire in quale punto dell’universo Marvel ci troviamo: innanzi tutto questo capitolo di Spider-Man non è parte della serie di Sam Raimi e nemmeno del più recente "The Amazing Spider man", si tratta ovvero di un reboot (riscrittura) inserito nell’universo Avengers, una delle prime scene riprende l’ingresso ufficioso nel gruppo avvenuto in "Capitan America - Civil War", e come detto l’introduzione è collegata con il primo "The Avengers"; per quel che riguarda la Marvel Studios siamo giunti alla terza fase, inaugurata appunto da Civil War e seguita da Doctor Strange e dal secondo volume di Guardiani della galassia, e che proseguirà con altri titoli e altri fasi. Per i novizi o per chi si fosse perso qualche puntata precedente è consigliabile riprendere i capitoli per data di uscita nelle sale e non per miniserie dei singoli protagonisti, non seguire l’ordine giusto comporterebbe vuoti di sceneggiatura che nemmeno un campione di orienteering cinematografico riuscirebbe a colmare; l’idea dei Marvel Studios è infatti quella di invogliare il pubblico a seguire tutte le loro uscite incrociando le trame dei personaggi nei film degli agli altri, questa operazione risulterà irritante per gli appassionati più tiepidi, ma esaltante per quelli più accesi, rendendo comunque felici le casse di produttori e distributori.
Quando esiste un mercato c’è sempre una concorrenza, la rivalità storica tra Marvel e DC Comics è iniziata ovviamente sulla carta dei fumetti già negli anni ’60 trasferendosi poi sul grande schermo; ed è così che i due colossi si sfidano, con filosofie differenti e punti di vista diametralmente opposti riguardo lo stesso argomento: i cinecomics appunto; da una parte la DC comics decisa a portare all’estremo della drammaticità e complessità la visione superoistica, la marvel dopo aver aperto diverse porte e non avere avuto ben chiare le idee, adesso si è definitivamente lanciata ad un intrattenimento più spaccone, divertente ed autoironico a tratti naif e fuori controllo, autoreferenziale ma assolutamente godibile, una sfida ideologica senza esclusione di colpi che ricorda quelle dei loro personaggi. Spider man è l’eroe che probabilmente ha avuto più successo nei tempi, forse dovuto al fatto di incarnare il lettore di fumetti medio americano: adolescente e impopolare, intelligente ma umiliato divenendone il rappresentante del loro riscatto, e va dato merito alla pellicola di essere rimasta al passo coi tempi e di rispecchiare le situazioni e i problemi dei giovani ai tempi nostri, dove persino i super eroi sono costretti ad un’esperienza da stagisti; in questo caso il tutor d’eccezione è un istrionico, compassato e paternalista moderno Tony Stark, che nemmeno se né occupa in prima persona delegando il compito al suo assistente, il giovane Spidey è più una palla al piede che un'opportunità ai suoi occhi, un potenziale che scalpita di rendersi utile e mettersi in mostra, manifesto di una generazione che urla il suo desiderio di agire ad orecchie troppo distanti, immerse in impegni ed impedimenti, datori quasi impotenti nel poter offrire un opportunità. Il distacco nella mancanza di ascolto, Peter come molti coetanei non riesce ad avere un confronto con gli adulti, confidandosi solo col programma vocale di intelligenza artificiale del suo costume armatura, esattamente come la sua generazione che si confida in chat usando la tecnologia; al passo dei tempi dunque, come la cotta giovanile, una ragazza di colore: primizia assoluta per l’uomo ragno, quasi impensabile negli anni ’60 delle divisioni razziali, Mary Jane e Gwen dovranno mettersi il cuore in pace questa volta..
Le differenze tra le azioni compiute da Spidey e quelle più piccole ma paradossalmente più significative di Peter sono quasi sproporzionate, i crimini sventati sono meno importanti delle olimpiadi di scienze, il sacrificio del super eroe inferiore alla perdita dell’amata, il mondo dei grandi negato alle nuove leve, a cui non bastano i piccoli atti di coraggio che seppure importanti risultano tutt’altro che indispensabili, restringendo al quotidiano e al recinto di affetti il raggio d’azione influenzabile. E’ dunque un film che viaggia su due livelli: interessante nell’ottica di avventura scolastica, trascurabile in quella eroistica, evidentemente influenzata da Deadpool e con un villain modesto, nonostante l’interpretazione di un pezzo da 90 come Michael Keaton; l’accenno di crossover con le comparsate degli altri Avengers è del tutto vanesio e privo di costrutto. Nonostante vi siano discrete scene d’azione si ha la sensazione di una evidente mancanza di spessore, risultano dunque poco avvincenti le avventure dell’uomo ragno, molto di più interessanti invece le vicissitudini di Peter Parker, decisamente più teen comedy che fantascienza.