di VALENTINA COLONNA
Non capita tutti i giorni di poter pranzare con un Nobel della letteratura.
Una mattinata dello scorso giugno mi trovavo in stazione, aspettando che scorresse la coda e venisse il mio turno per la biglietteria. Dovevo acquistare due biglietti per Genova: ero attesa al Festival della Poesia, che si svolgeva nella capitale ligure in quel periodo. Tra le altre cose avevo intenzione di assistere all'incontro con Gao Xingjian, il poeta cinese che aveva vinto il premio Nobel per la letteratura del 2000. Ad un certo punto mi è arrivato un messaggio sul telefono. Ho guardato rapidamente il display: era di Claudio Pozzani, un mio caro amico, poeta e direttore artistico del Festival di Genova, e recitava semplicemente: “Vieni prima: devi conoscere Gao!”. Avevo previsto di arrivare in Liguria nel pomeriggio, con calma, invece corsi a prendere il primo treno in partenza, senza nemmeno passare da casa.
All'arrivo Claudio mi attendeva, insieme a Gao e al suo editore, Nicole Gdalia anche lei poetessa, alla reception del loro albergo, in centro. Poi ci saremmo spostati in un ristorante nelle vicinanze. Appena varcata la soglia incontrai i loro sorrisi e le loro voci, dall'inconfondibile suono parigino. Gao da molti anni ormai vive e lavora stabilmente a Parigi. Il mio francese ormai era un'antica reminescenza liceale, tuttavia ci si intese abbastanza bene, fin dai primi saluti: forse per la vicinanza della musicalità della lingua francese a quella italiana (e all'accento torinese in particolare), forse per la strana empatia che si crea tra i suoni di lingue diverse, che sanno comunque esprimere emozioni ed intenzioni con il tono e l'inflessione della voce. Le traduzioni estemporanee di Claudio furono però sicuramente salvifiche per la sottoscritta.
Essere seduta a tavola al fianco di un autore come Gao, col suo vissuto, la sua arte, la sua vastità, mi emozionava moltissimo. Colpiva la sua semplicità: sapeva trasmettere grande dolcezza ma anche una forza molto intensa, un’energia vitale che promanava dalla sua fisionomia magra e dal viso sorridente, un viso che sapeva accogliere. Altrettanto forte era l’energia che giungeva da Nicole, solare e materna nel suo discorrere.
Gao è un uomo taciturno: quel silenzio di concentrazione, di osservazione, conferiva un grande peso alle sue poche parole, scelte con cura. Dalla sua calma traspariva un senso di armonia con il mondo e con le cose: alla base di questo equilibrio forse risiedeva proprio il senso di cosmopolitismo di cui raccontava. Durante il pranzo si è parlato soprattutto del mondo, del viaggio, delle culture dei popoli. Quando gli chiesi infatti dei suoi rapporti con la Cina, con Parigi, rispose di essere cittadino del mondo e che era la letteratura, la poesia in particolare, ad averlo reso tale già a diciotto anni. In Cina, da ragazzo, leggere Dante e i grandi della letteratura lo aveva reso abitante della terra, superando i confini tra Oriente e Occidente, avvicinandolo spiritualmente a quella Parigi che lo avrebbe accolto anni dopo e dove ancora vive. In confini tra Oriente e Occidente svanivano così, nel segno della bellezza.
Imparai che in Gao esisteva un radicale senso di appartenenza al mondo, coincidente con la sua vitalità. Sapeva essere estremamente garbato, eppure possedeva una determinazione di ferro. La tenacia e la forza di volontà, in grado di rompere e superare ogni ostacolo, erano la formula cui invitavano ripetutamente le sue parole: avere degli obiettivi da amare al punto da raggiungerli, inseguendoli, a qualsiasi età.
Gao è un uomo con una storia straordinaria alle spalle, che sarebbe sufficiente, da sola, a raccontare la sua grande anima. La si vive, incontrandolo, nella grazia attenta del suo delicatissimo modo di rivolgersi all'interlocutore, nelle sue domande attente e riservate, nella sua capacità di metterti a tuo agio con un sorriso sincero.
Incontrarlo è stato certamente uno dei momenti più intensi ed emozionanti vissuti finora nella mia attività. Un'esperienza spiazzante e inaspettata come una visione inattesa che compare dentro a una finestra, voltando l'angolo della strada. Un incontro che sembrava impossibile e che mi ha travolto, riempiendomi di gioia e serenità. Felicità.
Tutte le foto sono di Davide Gentile.